Strongoli - Con I-CARE il rombo della memoria, giovani e motociclisti uniti per la vita
Strongoli - C'è un grido che non si spegne. È quello dei cuori feriti...

Strongoli – C’è un grido che non si spegne. È quello dei cuori feriti, degli amici che restano, dei genitori che non smettono di sperare. E il grido di chi ha perso, ma ha deciso di non restare in silenzio. Da questo grido nasce la nuova iniziativa del gruppo giovani di Strongoli insieme alla Associazione Japyx di Isola di Capo Rizzuto, un’altra bellissima pagina del progetto “I-CARE“, promosso dalla Caritas, che affonda le sue radici nel ricordo di Luigi Frustaci e tanti altri scomparsi tragicamente in un incidente stradale.
“I care” – “mi sta a cuore”, “ci tengo” — non è solo uno slogan: è un atto di resistenza contro l’indifferenza, una presa di posizione netta contro la superficialità e la disattenzione che, troppo spesso, costano vite. È una voce giovane, ma matura, che dice: “non basta ricordare, vogliamo cambiare”.
Insieme a Luigi, saranno ricordati anche Miki e Giovanni, anch’essi vittime di incidenti motociclistici. Tre nomi. Tre volti. Tre storie che ora si fanno fiaccole di consapevolezza. Il loro sacrificio diventa seme, e quel seme oggi porta frutto in un’iniziativa concreta, educativa, che parla alla coscienza dei giovani.
Don Yamid Dallos, guida instancabile della Comunità di Strongoli, affiancato dal gruppo giovani, continua a credere nella forza delle nuove generazioni. Lo fa ancora una volta, rilanciando il tema della sicurezza stradale, e tenendo sempre lo sguardo fisso su Cristo, sui valori del Vangelo come la legalità, il rispetto delle regole, l’attenzione all’ambiente e l’amore per la vita, questi i pilastri del progetto.
I-CARE è un gesto d’amore concreto verso la propria comunità, un modo per custodire la vita degli altri, come fosse la propria.
Lunedì 23 giugno alle ore 18, la comunità si stringerà attorno alla memoria di questi giovani nella celebrazione della Santa Messa, seguita da un momento di dialogo, testimonianza e confronto.
Ad affiancare l’iniziativa ci sarà il gruppo motociclistico Japyx, che chiuderà l’incontro con un gesto simbolico: il rombo dei motori, non come sfida, ma come voce che rompe il silenzio, come battito che richiama alla responsabilità quasi una preghiera che si innalza a Dio per Luigi, Miki, Giovanni e per tutti i motociclisti. Perché ogni curva può essere un bivio. Ogni casco, una scelta di vita. E ogni volta che si rispetta una regola, si salva un futuro