Turismo Archeologico - Uno scrigno di tesori che può diventare attrattore turistico

Un luogo identitario dove mito, leggenda e fede diventano un tutt’uno. Un luogo suggestivo in cui la storia sposa la bellezza della natura incontaminata e dove ogni passo traccia un percorso nel passa...

A cura di Redazione
15 luglio 2024 07:30
Turismo Archeologico - Uno scrigno di tesori che può diventare attrattore turistico -
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Un luogo identitario dove mito, leggenda e fede diventano un tutt’uno. Un luogo suggestivo in cui la storia sposa la bellezza della natura incontaminata e dove ogni passo traccia un percorso nel passato. Capocolonna non è solo un promontorio, è l’immagine di Kroton, di quell’antico da cui costruire il presente e il futuro. E quest’area di grande interesse archeologico, ha tutte le carte in regola per diventare il fulcro di un turismo diverso da quello al quale siamo abituati.

A Crotone non c’è solo il mare e lo dimostra anche l’attenzione che da sempre, e soprattutto negli ultimi anni, è stata riservata al Parco di Capocolonna ma anche al Museo.
L’ultima campagna scavi, inoltre, conferma la volontà di continuare a lavorare per la valorizzazione dell’area. Certo però c’è tanto da fare. Partendo dal bisogno di intervenire strutturalmente su tutto quello che circonda Capocolonna. Ad esempio la strada provinciale così come il rettilineo.

Questo perché nella nostra città un turismo archeologico è possibile serve però la buona volontà, la sinergia istituzionale ma anche l’impegno dei cittadini che dovrebbero imparare a tutelare questo luogo, proprio come è accaduto qualche anno fa quando si iniziò ad asfaltare il piazzale antistante il Santuario.

no scatto d’orgoglio che porterebbe sicuramente Crotone e la sua Capocolonna ancora di più tra le mete più ambite di un turismo certo più di nicchia ma di qualità. Un turismo che in altre città è diventato trainante anche per l’economia locale e che permetterebbe di destagionalizzare l’arrivo dei visitatori che solitamente affollano il parco e il Museo nei mesi estivi, soprattutto ad agosto. Non si tratta di utopia. I dati divulgati in occasione della Borsa Mediterraneo del Turismo lo scorso anno dal Ministro del turismo Daniela Santanché parlano chiaro «la proposta archeologica italiana è capace di calamitare quasi 27 milioni di visitatori, di cui più di 8 nel Meridione, rappresentando l’8% del dato nazionale. Un comparto che impatta in maniera rilevante su economia locale e territori».

Serve però impegnarsi su più fronti per garantire prima di tutto visite guidate, attività didattiche, scavi e restauri. Alcune di queste attività sono già promosse dalla Direzione regionale dei Musei e anche dal Consorzio Jobel che ha firmato col Ministero della Cultura un accordo di partenariato. Ma serve anche investire e far capire quanto meraviglioso sia il patrimonio archeologico del sito.
Silvia Gaetano

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