"Un anno di CrotoneOk" - Il dibattito: Una serata dedicata alla Positività
“Un anno di CrotoneOk” – Positività è stato da sempre il “fil rouge” che ha legato, nelle dodici edizioni, il racconto dei dodici mesi precedenti.Il personaggio OK, il messaggio OK, l’OK in rossoblù,...

“Un anno di CrotoneOk” – Positività è stato da sempre il “fil rouge” che ha legato, nelle dodici edizioni, il racconto dei dodici mesi precedenti.
Il personaggio OK, il messaggio OK, l’OK in rossoblù, e la menzione OK, così come gli OK assegnati mese per mese, e quest’anno sono ben 51, non sono un semplice richiamano alla nostra testata, ma il simbolo di una visione positività di chi, come noi, si ostina a voler raccontare il bello di questo nostro territorio.
Questo è il senso della dodicesima edizione di “Un anno di CrotoneOk”, un’edizione che tra le tante novità ha presentato anche un momento di approfondimento, proprio per dare un senso più “giornalistico” ad un premio che passerà alla storia come “il premio del popolo”, così come CrotoneOk è il “giornale del popolo”.
Ad animare il salottino, modello Maurizio Costanzo Show, tre uomini del fare: il presidente della Camera di Commercio Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia, Pietro Falbo; il presidente di Confindustria Calabria, Aldo Ferrara, ed Antonio Gaetano, editore e direttore responsabile di CrotoneOk. A punzecchiare gli ospiti, il solito Salvatore Audia che, toltosi per un attimo gli abiti del “bravo presentatore” ha vestito quelli del conduttore di talk show, a lui molto consoni.
E positività è stato il filo conduttore del dibattito.

«Non conosco nessun pessimista di successo! – ha esordito Aldo Ferrara – Dopo questi due anni abbiamo la necessità di avere messaggi positivi, ma la cosa che questa sera mi ha colpito di più sono alcuni valori espressi dal giovane Pittelli, da Chiara Ranieri e da don Ezio. Valori che costituiscono la base fondamentale per costruire positività e ottimismo. Questa sera ho sentito parlare di speranza, ma noi, penso, dobbiamo fare un passo in più e trasformare la speranza in fiducia».
Il presidente di Confindustria ha, poi, affrontato uno dei temi più delicati di questa nostra regione: lo spopolamento ed in modo particolare la fuga dei giovani e dei cervelli. «Sappiamo che se ne vanno soprattutto i giovani, ed in modo particolare quelli con il tasso di scolarizzazione più alto, – ha continuato Ferrara – e senza queste energie le sfide del futuro non si possono affrontare. La trasformazione digitale, le nuove iniziative imprenditoriali, il cambiamento si possono fare se noi abbiamo capitale umano e se il nostro capitale umano lo formiamo e poi va via, queste sfide non possono essere vinte».
Ferrara ha infine toccato anche il gap infrastrutturale delle due Calabrie: «Crotone, dal punto di vista infrastrutturale, è sicuramente la provincia più penalizzata, questo non può esistere perchè la Calabria è un aereo che deve volarr sue due ali, quella ionica e quella tirrenica, altrimenti l’aereo non decolla».
Sul tema della positività, della fiducia, ma soprattutto delle potenzialità del territorio e sul problema infrastrutture e desertificazione, si è, invece, soffermato Pietro Falbo. «Venendo a Crotone mi sono reso conto che questa è una città meravigliosa, una città che ha tutto: un mare stupendo, un lungomare bellissimo, ha l’archeologia, ha storia, ha cultura, ha un aeroporto. Crotone ha delle potenzialità inespresse. Solo due millenni fa Kroton era una delle metropoli della Magna Graecia con i suoi duecento mila abitanti. Ma se la città è sganciata da un sistema di viabilità degno di questo nome, rischia di impoverirsi. Rischia di desertificarsi, rischia di perdere quei giovani che, invece, hanno bisogno di ritrovare nel proprio territorio la possibilità di crescere professionalmente e lavorativamente. Questo non ce lo possiamo permettere più. La Calabria cinque anni fa contava poco più di due milioni di abitanti, oggi ne ha un milione e novecento cinquanta mila, meno la quota di extra comunitari, che sono circa 103.000, scendiamo a 1.850.000, se a questi sottraiamo anche i nostri trecento mila giovani che studiano fuori, siamo realisticamente un milione e mezzo di abitanti: un terzo di Roma. Io credo che dobbiamo introdurre un concetto culturale diverso: io non posso pensare che il mio compagno di banco non abbia avuto successo professionale in Calabria ed oggi dirige il laboratorio di ricerca sul cancro ad Honolulu e sotto di sé ha 450 dipendenti, di cui 50 professori universitari, ed è ambasciatore italiano alle Hawaii. Questo da una parte ci mette tristezza, ma dall’altra ci riempie di speranza e ci dice che un nuovo mondo è possibile anche nei nostri territori. Fare sintesi e fare squadra deve diventare il nostro punto di forza, e l’ente che rappresento penso sia proprio l’immagine concreta di questo concetto. Unire le risorse di Catanzaro, Crotone e Vibo ci ha consentito di costruire una grande Camera di Commercio. Io non so perchè viviamo questo dramma interiore del doverci piangere addosso. Dobbiamo essere più positivi».
Nel dibattito è intervenuto anche Antonio Gaetano, che in realtà questo momento di confronto l’ha fortemente voluto scegliendo personalmente gli interlocutori che casualmente, sono entrambi di Catanzaro. «Noi non siamo solo crotonesi ma siamo soprattutto calabresi. E giusto per essere chiari, i problemi non sono di Crotone ma ce li ha tutta la Calabria. Se ci uniamo e riusciamo a fare rete, possiamo ambire a ottenere risultati importanti, divisi e piccoli, come siamo, mi sa che possiamo fare poco o nulla. Il messaggio che anche stasera vogliamo fare passare è proprio quello di fare comunità, perchè con il campanilismo non andiamo da nessuna parte. Noi siamo una regione piccola dal punto di vista abitativo, come ha ben spiegato il presidente Falbo, se poi al fatto che siamo piccoli aggiungiamo anche che siamo divisi, la partita è persa». L’analogia calcistica è stata immediatamente ripresa anche dal presidente Ferrara: «qui in Calabria è come se giocassimo divisi per non retrocedere, quando invece uniti potremmo vincere il campionato».