Isola C. R. – Fulciniti torna a dirigere il CARA: “L’essere umano al centro del nostro agire”

Isola C. R. – Fulciniti torna a dirigere il CARA: “L’essere umano al centro del nostro agire”

Isola C. R. – Vitaliano Fulciniti tornerà a dirigere il Centro di Prima accoglienza di Sant’Anna. La notizia è arrivata qualche giorno fa e a breve ci sarà la firma del contratto. Un ritorno molto sentito per Fulciniti chela sua esperienza al Cara l’ha messa nero su bianco pubblicando una serie di libri che raccontano un volto diverso dell’immigrazione: quello dell’accoglienza vera, fatta di storie e soprattutto di umanità. A gestire il Centro sarà un’associazione temporanea di imprese costituita dalla Prociv di Isola di Capo Rizzuto e dalla Translator Srl, una società siciliana.

Fulciniti intanto è pronto a rimettere al servizio dell’accoglienza la sua professionalità e la sua esperienza, in un momento in cui l’immigrazione è al centro di dibattiti ma soprattutto di riflessioni anche alla luce di quanto accaduto il 26 febbraio proprio sulle coste del nostro territorio.

A breve inizierà il suo nuovo mandato, ha già effettuato un sopralluogo al centro?

Sì, subito dopo l’aggiudica-zione della gara insieme ai responsabili delle due società.

È cambiato qualcosa all’interno del centro?

Da quel 28 febbraio 2019,giorno in cui c’è stato il passaggio di consegne, è cambiato tutto. Non ci sono i laboratori che avevamo realizzato, la ludoteca e la moschea sono chiuse. Ho trovato un centro differente non solo da quello che ho lasciato io, ma anche anche da quello che avevo trovato arrivando il primo gennaio del2018.

Quali saranno i primi interventi appena si insedierà?

Prima di tutto tornerò a fare il direttore esattamente come l’ho fatto per 14 mesi. L’obiettivo prioritario anche questa volta sarà mettere al centro del nostro agire quotidiano l’essere umano, gli ospiti che, come accaduto in passato, diventeranno fratelli e sorelle che arrivano dalle parti più disparate del mondo e portano con loro un bagaglio di grandi sofferenze. Ecco perché bisogna avere la massima cura per loro.

Quali sono le attuali emergenze nel campo dell’accoglienza e quali le criticità?

C’è un impoverimento della cultura dell’accoglienza. Andando in giro nelle scuole ca-labresi per le presentazioni dei miei libri, ai ragazzi dico sempre di ricordarsi bene che sono nati e vivono in Calabria. La Calabria da sempre è una terra che ha conosciuto dapprima il fenomeno dell’emigra-zione e poi quello dell’immigrazione. Io racco-mando sempre loro di studiare questo fenomeno, andare incontro a chi arriva da altre terre anche perché nel farlo sicura-mente noi non potremmo che trarre dei vantaggi, arricchendo il nostro quotidiano nello scambio di cultura con chi arriva.

Cosa vuol dire per lei che l’ha vissuta e l’ha fatta, la parola accoglienza?

Per me significa solo una cosa::rimboccarsi le maniche, agire quotidianamente fra chi vive questa situazione drammatica e cercare di porci con molta umiltà all’ascolto delle loro sto-rie perchè ognuno di loro porta con sè una storia che deve es-sere necessariamente conosciuta per poter capire quali sono le vere problematiche. Io tutto questo l’ho imparato da quelli che mi accolsero per la prima volta al Centro insieme ai miei collaboratori. E poi ci tengo a sottolineare che è la squadra che vince, non è mai il singolo soggetto. Ovviamente tornando a dirigere il centro cercherò di farlo avendo con me collabora-tori che siano disponibili ad ascoltare la sofferenza del genere umano.

V. R.




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