Isola di Capo Rizzuto (KR) – Entrano nel vivo i festeggiamenti in onore della Madonna Greca, Patrona di Isola Capo Rizzuto. Sabato 30 aprile, l’invito è stato rivolto a tutti i medici, agli operatori sanitari, ai centri diurni e alle Associazioni della cittadina, impegnate nel campo, per ritrovarsi insieme davanti alla Sacra Icona, per ringraziare, chiedere Pace e benedizione, rinnovare la speranza che, nonostante la pandemia prima e la guerra in corso, Dio non si dimentica dei suoi figli, particolarmente dei più fragili.
La Sottosezione Unitalsi, ha fatto da capofila nell’organizzare il raduno dei tanti amici disabili, ammalati e anziani che sono giunti numerosi in Duomo dove si è tenuta la Celebrazione Eucaristica, durante la quale gli ammalati hanno potuto ricevere il sacramento dell’Unzione e salutare da vicino la Dolce Icona della Madonna Greca. Una grande gioia troppo a lungo sopita, scoppiata in grida e risate di allegria, dopo la sommessa e commovente celebrazione, in cui erano scese copiose le lacrime di chi fatica a ripartire, di chi ha bisogno di tutto questo per tornare a sorridere e a nutrire speranza; visi quasi irriconoscibili, segnati dalla sofferenza che davanti alla Dolce Madonna Greca hanno ritrovato fiducia e serenità, felici di trovarsi ancora una volta, dopo oltre due anni di forzata distanza, davanti a Lei, a confidarle in silenzio ansie e preoccupazioni, in quel “guancia a guancia con Gesù, che la Sacra Effigie mostra! All’uscita, sul sagrato, a rallegrare i convenuti non è mancato un momento di animazione musicale con il bravo Manuel Bruno che ha coinvolto i ragazzi disabili in canti e balli e lo scoppio di coriandoli colorati da parte delle volontarie di servizio civile Unitalsi.
Il tema della Giornata è stato lo stesso del messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale del malato: “Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso”… E così veniva introdotta la Celebrazione: “L’invito di Gesù a essere misericordiosi come il Padre – scrive il Papa – acquista un significato particolare per gli operatori sanitari. Penso ai medici, agli infermieri, ai tecnici di laboratorio, agli addetti all’assistenza e alla cura dei malati, come pure ai numerosi volontari che donano tempo prezioso a chi soffre”. Persone che hanno fatto del loro servizio una missione. Perchè “le vostre mani che toccano la carne sofferente di Cristo possono essere segno delle mani misericordiose del Padre”. Nel corso della celebrazione e durante la novena della sera, animata da alcuni operatori sanitari, si è potuto riflettere sul tema della cura, tanto caro anche a Papa Francesco: tutti siamo chiamati a custodire e curare ogni esistenza, anche la più fragile, dal suo inizio fino al suo termine naturale, e a trattare il malato come persona portatrice della propria dignità, perché anche quando non è possibile guarire, sempre è possibile curare e far sentire una vicinanza che mostra alla persona fragile come Gesù Misericordioso continua a chinarsi, a starle accanto, a darle sollievo. L’unzione con l’olio santo e l’imposizione delle mani, rappresentano gesti solenni, che al di là del valore miracolistico, sono legati all’azione di grazia di Gesù stesso, primo taumaturgo, segno della potenza salvifica di Dio.
La celebrazione si è conclusa chiedendo la benedizione del Signore, affidando all’intercessione della nostra dolce Madonna Greca, Regina della Pace e Madre della Consolazione, sia sui fratelli ammalati e fragili, sia su quanti si dedicano a lenire le loro sofferenze. Si ringraziano tutti i volontari che si sono adoperati per il trasporto e l’accompagnamento degli amici disabili e ammalati, e quanti hanno partecipato alla giornata, facendosi vicini a quelle persone che difficilmente potranno essere presenti a tutti i momenti della festa. La Presidente della sottosezione Unitalsi Stillitano, ha rivolto infine un particolare ringraziamento alla Cooperativa sociale “Isola Solidale” per aver messo a disposizione i propri mezzi e i volontari dell’Arces per il trasporto delle persone in carrozzina, concludendo: un grande Grazie va soprattutto a loro, alle persone ammalate e fragili, che sono intervenute con coraggio e desiderio di fraternità, di socialità, di normalità, offrendoci l’occasione di ricordare a noi stessi la responsabilità di “essere custodi” dei nostri fratelli, sempre e comunque, e di dover “camminare insieme” in spirito di autentica sinodalità.

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