Isola di Capo Rizzuto, il dirigente Prochilo: «La scuola cambia per garantire il futuro»

Un caso di positività tra i docenti emerso nella giornata del 25 ottobre ha fatto scattare la chiusura precauzionale dell’I.C. “Karol Wojtyla” di Isola di Capo Rizzuto. Immediata l’informativa alle famiglie effettuata dal dirigente scolastico dott. ssa Simona Prochilo che ha di fatto anticipato di un giorno la successiva Ordinanza sindacale di sospensione delle attività in presenza dei due Istituti Comprensivi cittadini siglata dal sindaco Maria Grazia Vittimberga.

Isola di Capo Rizzuto continua la sua battaglia contro il Covid-19, affrontando l’emergenza sanitaria con umiltà e rispetto delle poche, ma basilari, regole di contenimento dettate soprattutto dal buon senso dei cittadini. Fascia particolarmente vulnerabile quella dei ragazzi, studenti in anni carichi di incertezze. A spigare come viene affrontata questa situazione difficile è la stessa dirigente scolastico dell’I.C. “Karol Wojtyla.

Prochilo Simona

«L’attività scolastica non si è fermata nonostante il momento di emergenza. Abbiamo provveduto ad attivare il didattica a distanza (DaD), come Istituto Comprensivo abbiamo un nostro piano che verde sulla Didattica Digitale Integrata approvato in Collegio e in Consiglio e quindi abbiamo previsto tutto quello che dovrà essere fatto da ogni docente e dalle famiglie qualora questo stato di emergenza dovesse proseguire durante l’anno scolastico. L’attuazione di questi strumenti potranno essere adottate dalle singole classi o collettivamente dall’intero Istituto Comprensivo».

L’I.C. “Karol Wojtyla” aveva già attivato la didattica a distanza durante il precedente “lockdown”?

«Noi siamo stati uno degli Istituti ad averla attivata per prima. La didattica in presenza era stata sospesa dal 5 marzo, noi dall’11 dello stesso mese abbiamo attivato la DaD che è proseguita fino al termine dell’anno scolastico».

Che genere di problemi sono stati rilevati durante questo periodo particolare dell’attività scolastica?

«Il problema principale che abbiamo registrato è stato quello legato all’utilizzo della connessione che a volte era assente. Abbiamo messo a disposizione dei tablet, dopo avere svolto regolare bando, concedendole alle fasce più deboli. Diciamo che abbiamo cercato nel primo “lockdown” dove erano inizialmente assente delle linee guida a livello nazionale di crearci noi delle linee guida interne, utilizzate da tutti e tre gli ordini scolastici. Inizialmente non avevamo inserito la Scuola dell’Infanzia all’interno della DaD in quanto i bambini piccoli non sono obbligati a farla ma in questo posso dire che sono state bravissime le maestre che sono riuscite a coinvolgere anche questi ragazzi, andando a mantenere i contatti con le famiglie a vario titolo e in vario modo. Non sono stati riscontrati particolari problemi ad Isola di Capo Rizzuto, le famiglie sono state collaborative e partecipative, certo non tutti i bambini hanno potuto accedere alla rete e per questo assieme ai Servizi Sociali abbiamo sopperito all’impossibilità di accedere alla tecnologia fornendo del materiale cartaceo».

Continuare le lezioni da casa ha messo alla luce pregi e difetti, esistono però dei vantaggi scoperti grazie a questo particolare stato di emergenza?

«Nell’ultimo Collegio mi sono soffermata proprio sulle potenzialità di questi nuovi strumenti. La didattica che abbiamo previsto all’interno del Piano della Didattica Digitale Integrata si differenzia dalla DaD perchè va ad integrare la didattica tradizionale. Ho già interloquito con i docenti soffermandomi sul fatto che anche quando i ragazzi e bambini rientreranno in classe – dove abbiamo fatto eliminare tutte le classiche lavagne in legno – con l’ausilio di lavagne digitali tali strumenti dovranno essere sfruttati in modo tale da potenziare le competenze digitali dei ragazzi, conoscenze che potranno tornare utili in un futuro proseguendo negli studi o semplicemente nella vita di tutti i giorni o in ambito lavorativo. Una conoscenza che tornerà utile ai ragazzi ma anche agli stessi docenti. Abbiamo per tale motivo previsto una formazione interna dei docenti ma la nostra volontà è anche quella di coinvolgere le famiglie». 

Leonardo Vallone