Potrebbe risalire all’età del ferro, e avrebbe regnato sul popolo italico degli Enotri: è la storia di Re Italo, di cui si narrano varie leggende, e da lui deriverebbe il nome Italia, che apparteneva prima al regno che corrisponde oggi alla Calabria.
Se ne è discusso sabato scorso presso la Nuova Scuola Pitagora, sita in vico Municipio 1 a Crotone, un appuntamento che si inserisce tra gli eventi culturali proposti dall’organizzazione filosofica e culturale orientata alla riscoperta e all’attualizzazione dell’etica italico-pitagorica. Un incontro con il professor Felice Campora autore del libro Italo – il re degli Enotri, e la presenza del filosofo calabrese Salvatore Mongiardo, introdotti da Marco Tricoli, presidente della Nuova Scuola Pitagorica.
«Italo è un re leggendario vissuto in Calabria nella protostoria – ci ha detto l’autore Campora – questo Re ha dato il nome alla nazione di cui siamo cittadini, e quindi è un re eponimo, importante, ed è bene che questa cosa si sappia. Sono rimaste poche notizie storiche attendibili, ci sono tante leggende e c’è qualche probabilità che sia esistito e che ha lasciato qualche ricordo appunto alla Calabria. Non è un qualcosa però che ci rende diversi rispetto alle altre regioni, ma è una cosa da sapere e di cui essere lieti, perchè gli enotri, tra l’altro, avevano un’etica e un’economia molto particolare».
Re Italo è il re degli Enotri, una popolazione greca stabilita in Calabria molto prima della colonizzazione classica: «Se dobbiamo credere a quello che scrivono gli autori antichi – ha aggiunto il filosofo Mongiardo – gli enotri sono venuti qui nel 1600 A.C e non erano i soli, insieme a loro ci erano gli ausoni, i coni e i peucezi. Gli enotri si chiamavano così perchè producevano il vino, ma anche gli altri lo producevano, solo che questa popolazione aveva inventato il sistema non di lasciare la vite che si arrampicava sugli alberi, ma ogni ceppo aveva un palo che lo sosteneva, quindi avevano raccolti abbondanti e vivevano anche di allevamento animale. Loro stavano in Calabria nelle zone più interne perchè dovevano proteggersi dalle popolazioni che c’erano prima di loro».
«Questa figura a noi della Nuova Scuola Pitagorica è tanto cara perchè la riteniamo il punto di partenza dalla quale far nascere tutti i nostri discorsi, e anche le nostre analisi storiche: l’origine del nome Italia, perchè ci chiamiamo Italia, questo modo di vivere in Calabria migliaia di anni prima dell’arrivo dei greci attraverso delle popolazioni che erano immersi in un contesto naturale e paesaggistico tale da garantire una vita felice e facile per le risorse che la terra offriva», ha concluso Marco Tricoli.
Danilo Ruberto

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