La rigatura sui bordi delle monete: a cosa serve?

La rigatura sui bordi delle monete: a cosa serve?

Per tanti anni la cara e vecchia Lira ha rappresentato la moneta di acquisto in Italia, un pezzo si storia che ancora oggi viene custodita gelosamente con rari esemplari in teche o in apposite raccolte.

Nel gennaio del 2002 con l’avvento dell’Euro qualcosa è cambiato ma non un dettaglio presente sui bordi delle stesse valute.

Un dettaglio che può fare la differenza

Il conio di monete è da sempre una delle operazioni più ricercate e attuate dai falsari, ancor più della contraffazione delle banconote di piccolo taglio. Il motivo? In molti non danno solitamente peso, o non si soffermano quasi mai, nel controllare il resto in piccole monete, valutandone peso e forma, dettagli e stampa. Una cosa che può succedere più facilmente con delle banconote spesso fatte passare all’interno di appositi scanner per conoscerne la validità.

Nel corso degli anni le monete sono state prodotte in grande quantità, in particolare utilizzando materiali pregiati con un valore eguale al loro potere di acquisto. Sarebbe stato facile produrle lisce, ma così non è stato possibile.

Nel corso della storia antica, proseguendo anche in quella moderna, una pratica aveva preso piede, quella di grattare via parte del metallo dai bordi in modo da raccoglierlo e rivenderlo mantenendo allo stesso tempo la proprietà in termini di potere di acquisto delle monete.

Per evitare questa pratica scorretta che svalutava le monete stesse rendendole inutilizzabili, nel corso degli anni la produzione ha visto l’introduzione delle linee verticali, che oltre ad impedire questa pratica rendevano la moneta quasi del tutto irriproducibile o per lo meno difficile da contraffare.

Uno strumento universale

La presenza di tali dettagli sui bordi ha visto nel corso degli anni una variazione: ogni moneta può contare su un incisione dei bordi differentemente.

Il motivo? Renderle riconoscibili, al tatto, anche ai non vedenti. Alle linee sono stati successivamente aggiunti dettagli geometrici o simboli in modo da rendere ancora più difficoltosa la contraffazione.

Come riconoscere dei falsi

Non solo dal peso, dalla stampa e da dettagli caratteristici, due monete fatte con medesimo metallo ma con una rigatura leggermente differente, secondo alcuni cultori del collezionismo, potrebbero produrre un “ping” ossia un rumore di caduta differente, smascherano eventuali falsi ad un orecchio ben allenato.

 

 



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