La storia dei portantini raccontata dal presidente Francesco Oliverio

«La nostra Madonna punto di riferimento per tutti i crotonesi»

Evviva Maria“! Nella notte crotonese più lunga dell’anno, varcata la soglia del Duomo si eleva l’applauso mentre i portantini alzano il Quadro della Vergine di Capo Colonna prima di incamminarsi nel buio verso il Santuario. Nelle mani vengono stretti i rosari, ci si avvia con gli zaini verso l’alba della terza domenica di maggio, si alzano gli sguardi verso l’alto per ammirare la pioggia dei bigliettini lanciati dai balconi al passare della processione. I bambini si cingono a raccoglierli, i ripiani dei palazzi sono adornati a festa, le vie sfoggiano le luminarie di maggio per accompagnare i devoti nel lungo viaggio notturno. Sulle spalle dei portantini poggia il peso del Quadro, il cui carico è addolcito dalla fede. L’Associazione Portantini della Madonna di Capo Colonna è stata istituita presso la Basilica Cattedrale nel 1986, per essere a stretto contatto con il padre spirituale. L’Associazione testimonia l’antica tradizione crotonese in cui si accompagna il Quadro in processione: «Ho iniziato a fare il portantino per caso – ha dichiarato il Presidente dell’Associazione dei Portantini Franco Oliverio,ricordo che durante un pellegrinaggio mi sono avvicinato verso il Quadro, ho parlato con dei portantini che sono miei amici, e così poi l’anno successivo sono entrato a far parte dell’Associazione, in maniera del tutto casuale. È una figura che mi ha sempre affascinato fin da piccolo, e con la Fede questa passione è andata via via alimentandosi. La Madonna di Capo Colonna per me è tutto, è un punto di riferimento non solo per la mia persona ma anche per la fede dei crotonesi. Fa parte del patrimonio della nostra cultura, e in quel mese vediamo la città di Crotone vivere, perchè negli altri mesi la città non vive, purtroppo. A maggio, invece, la città si sveglia e vive intensamente il mese mariano».

Sono passati, da quando è entrato a far parte dell’associazione, ventidue anni: «Quando il 30 aprile viene disceso il Quadro dall’altare privilegiato, provo un’emozione immensa, indescrivibile, le parole non offrono il significato e lo stato d’animo che provo in quel momento. Per me è un privilegio essere là vicino, essere responsabile dell’incolumità del Quadro e sopratutto delle persone che si avvicinano. Quello che mi preoccupa maggiormente in questo compito è la sicurezza dei fedeli». Tanta gente si avvicina per rivolgere in silenzio delle preghiere e baciare con la mano il quadro: «per il crotonese fa parte del bagaglio culturale questa festa, è stato sempre un punto di riferimento, un punto a cui rivolgere le proprie preghiere, quando c’è bisogno di vicinanza, negli umani momenti di difficoltà, ci si affida al suo sguardo sereno e benigno». Con una formazione di otto squadre, sono oltre centoventi i portantini che si affidano alla guida spirituale di donBernardino Mongelluzzi. Con la divisa portata in maniera fiera e al contempo composta, sul petto splende il medaglione raffigurante la Beata Vergine di Capo Colonna. «Ricordo un capo squadra deceduto qualche anno fa – ha continuato – e devo dire che lo ricordo con affetto. Eravamo molto amici. Da quando sono diventato presidente ho avuto sempre un rapporto speciale e di vicinanza con i capo squadra nel decidere l’organizzazione e il percorso di tutto il pellegrinaggio». Quest’anno ricorre non solo il Settennale, durante il quale verrà portato in processione il Quadro grande, ma saranno celebrati anche i cinquecento anni del ritrovamento della sacra effige: «sarà una festa particolare, rispetto agli altri settennali, proprio per questo motivo dei cinque secoli. Organizzeremo qualcosa, ancora stiamo vagliando e tra un po’ di tempo lo metteremo in pratica». Ogni sette anni il Quadro grande fa ritorno da Capo Colonna a Crotone trainato da due grandi buoi: «è un viaggio emozionante, particolare, ricco di significati. Il quadro fa ritorno alla Chiesa Madre, il nostro Duomo, con un pellegrinaggio di ritorno, nuovamente a piedi. Senza stancarsi mai. Ai cittadini auguro che Crotone ritorni la città che era un tempo, piena di vita, lavoro, piena di fiducia, di speranza. Ci sono parole infinite per augurare il meglio a questa città. Però i crotonesi devono essere attivi per far rinascere la nostra comunità. È importante».

Danilo Ruberto