L’appello di Luigi Albo (Aprocal): “Tuteliamo le api per salvare il pianeta”

L’appello di Luigi Albo (Aprocal): “Tuteliamo le api per salvare il pianeta”

Le api sono fondamentali per la vita dell’uomo e per l’ecosistema. Ecco perché negli ultimi anni l’Europa intera si sta mobilitando per tutelare il settore dell’apicoltura e per tentare di
salvaguardare al meglio una specie davvero a rischio.

Nella nostra regione, da tempo, apicoltori, associazioni del settore e istituzioni, stanno cercando di promuovere soluzioni e stanziare risorse per proteggere questi insetti importantissimi.

La Calabria è una terra vocata all’apicoltura: terza regione d’Italia per numero di alveari censiti, quarta per produzione di miele. «La nostra terra – spiega l’Assessore regio-
nale all’agricoltura Gianluca Gallo – è tra le prime, nella graduatoria delle regioni italiane, sia quanto al numero degli alveari, che secondo la Banca dati nazionale apistica sono ad oggi ben 132.290, sia in ambito produttivo, con circa 1.182 tonnellate/alveari, anche considerando una decurtazione del 10% ai fini della resa potenziale, secondo l’Osservatorio Nazionale Miele».

Ed è proprio questa la realtà sulla quale si propone di incidere, con effetti benefici, il piano di interventi a favore del settore, di cui sul sito istituzionale www.regione.calabria.it,
nella sezione Dipartimento Agricoltura, è già disponibile l’avviso pubblico per la presentazione delle istanze di ammissione a finanziamento.

A disposizione risorse pari – nel complesso – a 1.353.857,53 euro.

Obiettivo dichiarato: valorizzare e a promuovere il patrimonio apistico regionale, così contribuendo anche alla tutela dell’ecosistema, di cui le api sono sentinelle e custodi, garantendo il  70% dell’impollinazione delle specie vegetali presenti sul pianeta e circa il 35% della produzione globale di cibo.

Saranno finanziati aiuti per la realizzazione – tra l’altro – di interventi destinati a servizi di assistenza tecnica, consulenza, formazione, informazione e scambio di migliori pratiche; corsi di aggiornamento; seminari e convegni tematici; lotta a parassiti e malattie; prevenzione delle avversità climatiche; ripopolamento del patrimonio apistico; razionalizzazione della transumanza; miglioramento qualitativo delle produzioni dell’alveare ai fini della commercializzazione; promozione, comunicazione e commercializzazione, iniziative per sensibilizzare i consumatori sulla qualità dei prodotti dell’apicoltura.

Un piccolo ennesimo risultato raggiunto grazie all’impegno di chi le api le alleva, di chi conosce bene i rischi di una eventuale estinzione di questi insetti.

«Le api – spiega Luigi Albo, presidente Aprocal – sono in pericolo: esistono api perchè esistono gli apicoltori. Se oggi in Europa dovessimo smettere di fare questo lavoro, in un anno e 8 mesi si
perderebbe l’intero patrimonio apistico mondiale. Sostenere l’apicoltore – aggiunge – significa sostenere la biodiversità visto che ormai le api a livello naturale sono quasi scomparse». Un quadro inquietante soprattutto se- condo gli esperti ecco perché Albo, facendo sue le parole di Einstein dice: «Dobbiamo investire per salvare l’umanità. Si dice che se dovessero sparire le api dopo quattro anni sparirebbe anche l’uomo, sarebbe dunque
assurdo non muoversi ora per salvarci la vita». Sicuramente tanto è stato fatto per tentare di sostenere chi opera in qeusto settore ma è ancora troppo poco, soprattutto se lo si confronta alle altre attività. Come agire dunque?
«Prima di tutto bisogna intervenire sul clima – sottolinea Albo -. I cambiamenti repentini rendono instabile l’ecosistema dell’alveare, e poi bisogna investire.
Noi abbiamo puntato a ben altro e non solo a piccole risorse. Con la nuova PAC abbiamo avviato l’ Eco-schema 5. Un lavoro durato quasi 5 anni e mai come in questo quinquennio sono stati ottenuti questi risultati. Non siamo però soddisfatti del quantitativo di risorse».