Lavoro ammalato e capolarato, monsignor Morrone: “Denunciare e segnalare, ma anche fornire modelli nuovi”

Lavoro ammalato e capolarato, monsignor Morrone: “Denunciare e segnalare, ma anche fornire modelli nuovi”

C’è un lavoro ammalato e che va curato. Ci sono sfruttati e sfruttatori, e caporali; l’Arcidiocesi di Crotone-Santa Severina e l’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro hanno tenuto questa mattina presso la Parrocchia Santa Rita un Convegno sul tema “Il lavoro ammalato: diagnosi e possibili terapie”. Con questo momento di studio e di confronto si è aperta una riflessione sulla situazione del lavoro al Sud e, in particolare, in Calabria.

In Regione,  lo sfruttamento del lavoro e la mancanza di sicurezza e il caporalato sono realtà molto evidenti, è stato sottolineato. L’attenzione è rivolta anche alle risorse e alle opportunità per rilanciare l’ economia, soprattutto dopo il periodo di crisi della pandemia. Lo sforzo per capire i problemi, individuando le probabili cause, è già una prima reazione ad una condizione di passività e di immobilità, che frena il processo di sviluppo del Sud e di questo territorio.

Si è discusso di questo ed altro presso la Sala Convegni S. Agostino della parrocchia, dopo l’introduzione affidata a Don Pasquale Aceto, direttore dell’Ufficio pastorale sociale e del lavoro, dei saluti del Sindaco di Crotone, prof. Vincenzo Voce, e del Presidente della CEC, monsignor Fortunato Morrone.

«Lì dove c’è sfruttamento c’è un carnefice. Il capolarato nel Sud ci dice che si cercano lavoratori che possono essere sfruttati –  ha dichiarato monsignor Morronema c’è un lavoro nero che riguarda i nostri ragazzi d’estate. Sull’altro versante gli imprenditori fanno fatica perchè c’è una tassazione esagerata e ognuno cerca di giocarsi un po’ la sua pelle, ma lì dove c’è sfruttamento c’è un’ingiustizia. Certamente possiamo segnalare e denunciare chi fa questo, e dall’altra parte fornire modelli nuovi»

Poi la tavola rotonda, moderata dalla  Claudia Rubino, della Camera di Commercio di Crotone, a cui i sono seguiti diversi interventi, tra cui  Oreste Bazzichi (docente di sociologia alla Pontificia facoltà teologica S. Bonaventura-Seraphicum di Roma);  . Giuseppe Campisi (Presidente regionale UCID), Nadia Palermo (imprenditrice), Mario Morelli (imprenditore).  Presenti Emilia Noce, vice presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentiam  l’assessore comunale Maria Bruni, Mario Spanò Presidente di Confindustria.

«Si parla spesso di disoccupazione in Calabria ma abbiamo tante risorse da poter utilizzare per creare occupazione reale  – ha aggiunto l’assessore regionale al lavoro Giovanni Calabresel’intento dell’assessorato al lavoro è creare le giuste sinergie con sindacati e  con le categorie lavoratoriali. Abbiamo elaborato nei giorni scorsi con la Giunta la nuova legge sul lavoro, un piano sul lavoro che manca in Calabria per creare nuove condizioni, stiamo lavorando con impegno confrontandoci con il territorio, confrontandoci con gli attori attivi e i protagonisti di questo cambiamento».

Le conclusioni sono state affidate all’Arcivescovo di Crotone-Santa Severina Angelo Panzetta: «Io pemso che la cura qui in Calabria sia recuperare i lavori, soprattutto quello delle persone. Lì dove i valori non ci sono si cade nella malattia del produttivismo in cui la persona è all’ultimo posto, perchè prima viene il profitto e si produce l’alienazione»,