Mariantonietta Tornello esordisce nella scrittura con il libro “L’oscurità del bianco”

Mariantonietta Tornello esordisce nella scrittura con il libro “L’oscurità del bianco”

Mariantonietta Tornello, di Corigliano Calabro (CS) entra sulla scena delle Scrittrici e degli Scrittori esordienti con un titolo vincente L’oscurità del bianco!

Vincente sul piano linguistico, quasi un ossimoro che mette uno di fronte all’altro due termini che tra di loro si contrappongono, creando un originale contrasto che non passa per niente inosservato.
Un titolo vincente soprattutto per l’impatto emotivo che può provocare. Sorge, infatti, immediato e inevitabile l’interrogativo sui grovigli profondi che si celano tra le pieghe di un apparente bisticcio di parole. L’autrice privilegia questa figura retorica per creare suspense prima ancora che il lettore possa immergersi nella lettura dell’opera. Il bianco che solitamente restituisce pace ai sensi, qui inquieta perché su di esso si proietta non una semplice ombra, ma l’oscurità. Difficile riprogrammare nel nostro immaginario concettuale un bianco oscuro, o un’oscurità bianca. Ma è proprio da questa iniziale destabilizzazione delle nostre mappe mentali che scatta la spinta a conoscere più a fondo tutto l’universo simbolico in cui l’autrice si muove attraverso la sua scrittura, una scrittura che traduce e tradisce la sua formazione scientifica e umanistica e la sua passione per i thriller psicologici.

A mano a mano che entriamo nella trama, ci si accorge che anche nei personaggi si riverbera la stessa ambivalenza del titolo: il bianco si scontra con l’oscurità, la trasparenza di una vita abbastanza normale urta con i sotterranei di un’anima tormentata dai ricordi che affiorano come pesanti macigni nonostante … infinitamente lontani …. L’autrice non si risparmia nel mettere in primo piano quei tratti psicologici che danno ragione di quei comportamenti che si intrecciano sulla scena come fasci di luce e ombre. Personaggi inquieti e inquietanti, in preda all’ansia, che esplode all’improvviso come un fiume in piena, abbattendo gli argini di silenzi atavici, squarciando il velo dell’oscurità e restituendo alla verità tutta la sua trasparenza.

Valeria Morali, la protagonista, un avvocato alle prime armi, finirà in analisi, quando sarà completamente inghiottita dall’oscurità anche se su di lei continuerà a irradiarsi come un’immensa luce bianca la presenza di nonna Rita che “ … pregherà e ricorderà sempre e per sempre ciò che le ha indelebilmente squarciato il cuore, come un coltello su di una tela colorata.”
Se è vero che ogni romanzo ha una storia, un romanzo psicologico ne nasconde più di una perché dietro ciò che appare in superficie, ci sono cifre da interpretare, nodi da sciogliere, sintassi umane da rintracciare. La lettura di un libro è come una porta che rimane sempre aperta, chiuderla significherebbe non averne mai attraversato le pagine. Ogni rilettura apre uno scenario completamente nuovo. L’oscurità del bianco non basta leggerlo una sola volta ma fino a quando sorgerà dal profondo di noi stessi la domanda sulle nostre oscurità. Solo allora è possibile comprendere, afferrare l’intuizione che ha guidato l’autrice durante la stesura del suo romanzo.

Carmela Mantegna

 




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