Crotone – Questa mattina il suono delle trombette ha fatto presagire uno stato di agitazione, sotto la calura estiva, richiamando la curiosità dei passanti in pieno centro. Era una rappresentanza dei pescatori sotto Piazza della Resistenza, ancora in stato di agitazione per i mancati riconoscimenti delle somme royalty.
I due parlamentari crotonesi Elisabetta Barbuto e Sergio Torromino, insieme alla sigle sindacali e a dei rappresentanti dei lavoratori, hanno incontrato presso la sala giunta dell’ente comunale il sindaco Voce, insieme agli assessori Parise, Sorgiovanni e Bossi.
Sul tavolo la mancata erogazione delle somme che spettano alle marinerie di Crotone e Le Castella: “Con Eni c’è un’altra strada da percorrere – ci ha detto il sindaco – qui c’è un principio che non piace ai pescatori, nemmeno a me e ai sindaci: le royaltyes sono riconosciute alla luce di una coltivazione di idrocarburi, ovvero ad un’estrazione del gas metano che viene fatta, e teoricamente se non estraessero nemmeno un metrocubo di gas non ci sarebbe nemmeno un centesimo di royaltes. E questo è sbagliato, perchè al di la della produzione la limitazione alla pesca c’è, la subsidenza c’è. Dobbiamo percorrere delle strade, la prima che deve portare all’accordo di programma. Questa mattina stessa manderemo una lettera alla Regione Calabria condivisa dai sindaci interessati, e sto facendo partire una lettera ad Eni”.
Il risarcimento deve essere commisurato al danno lavorativo, è stato detto nell’incontro “Bisogna naturalmente coinvolgere l’Eni – ha aggiunto l’onorevole Elisabetta Barbuto – ed è fondamentale che ci sia stato tra noi un discorso molto chiaro, prendendo atto della volontà dei sindaci di cambiare l’accordo di programma, il problema è cercare di recuperare il pregresso che è maturato e cambiare possibilmente il presupposto di erogazione delle somme”.
“La limitazione alla pesca è importante – ha concluso l’onorevole Sergio Torromino – considerando le piattaforme, bisogna capire le difficoltà delle marinerie che hanno a produrre lavoro, ed è un danno evidente, sono tutti concessionari di licenza di pesca, gli stanno negando il diritto al loro lavoro”.
