MMA e Grappling: per il krotoniate Vincenzo Cavallaro vietato fermarsi

Il tripode è acceso nonostante la palestra sia spenta. Una piccola luce per significare l’avvento e l’attesa di giorni migliori. Le palestre sono chiuse, le attività fisiche di contatto sono sospese, ma chi vive lo sport non solo come pratica fisica ma di vita, sceglie zone solitarie per continuare l’attività motoria e psichica. Deve essere assai duro per chi fa socialità nelle palestre a dover allontanarsi per diverse settimane dai propri affetti, dai compagni di MMA e Grappling:

Per gli allenamenti poco è cambiato – ci ha detto Vincenzo Teodoro Cavallaro della Scuola Guardia Krotoniateperché avendo la passione e la costanza mi alleno ovunque e sempre. Per quanto riguarda invece il ring è dura non provare quelle emozioni, non avere la paura, non provate l’ansia del match. Sono dieci mesi che ormai le gare di arti marziali sono bloccate, ma stiamo avendo più tempo per allenarci duramente e riprendere al 100 per cento una volta ripresa la vita di prima“.

Allenamenti solitari anche per Vincenzo: “Sotto casa mia per fortuna c’è uno spazio libero, dove ho anche dei attrezzi per il crossifit, ed essendo lecito allenarsi sotto casa entro i 300 metri ne approfitto per non perdere la forma, la costanza, il pensiero“.

Scendono anche le serrande delle palestre, ritrovo non solo sportivo ma anche aggregativo, con una funzione sociale per allenare corpo e spirito: “Parlo a nome delle palestre, perché è ciò che mi rappresenta, avevamo limitato l’intera palestra a soli dieci posti alla volta in una palestra di 300 metri quadrati, con igienizzazione ogni fine turno, e tutti i tipi di controlli necessari. Erano forse i posti più sicuri dove stare“.

Diversi combattimenti sul ring a novembre, durante il Trofeo Faillo che si è svolto a novembre (2019) presso la palestra della Scuola Guardia Krotoniate, dove il crotonese Vincenzo Teodoro Cavallaro ha alzato la coppa miglior atleta al cielo, in una serata di più di quindici combattimenti di Mma, Grappling e K1: “Questo oltre ad essere uno sport è uno stile di vita, cambi completamente il tuo modo di vivere di pensare di agire, pensi sempre la cosa giusta prima di parlare, impari dagli errori e ne prendi atto, lottare per vivere e non arrenderti mai, è questo ciò che mi ha insegnato il maestro, è questo quello che siamo diventati, i Krotoniati“.

Ho scelto questo sport per puro caso – ha continuato l’atleta Cavallaro tanto che avendo la palestra sotto casa, ho voluto provare. Ma una volta provato l’ebrezza di salire sul tatami, di avere un maestro che ti indica la strada giusta, di vedere giorni dopo giorno ciò che il mio corpo era in grado di capire e mettere in atto, così aumentando le mie prestazioni e così facendo vincendo i match.

Per quanto riguarda le arti marziali non credo ci siano sport migliori ma non molto per quanto riguarda l’aspetto fisico e di ciò che si impara, ma per quello che si apprende nello stile di vita, è molto importante saper vivere al mondo d’oggi, sapere sempre quale la cosa giusta, e questo sport appunto è la strada giusta”.

Il Krotoniate ricorda quella sera di novembre del Trofeo Faillo: “Nel mio penultimo match, ho combattuto al gala in palestra, salendo di categoria, con un avversario con più esperienza, ero in periodo difficile ma nonostante tutto chiusi il match in pochi secondi. Li credo di aver provato un emozione indescrivibile“.

Cavallaro conclude questa intervista maturando un pensiero sul suo maestro Antonio Parrotta, Tenebra: “Il maestro cosa dire, oltre a chiamarlo maestro posso reputarlo un fratello maggiore, e attenzione non lo dico per dire, ma lui c’è sempre“.

Danilo Ruberto




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