Moto d’Acqua Offshore, l’impresa di Giuseppe Parrilla al Mondiale

Quarto di categoria e decimo assoluto a Torre dell’Orso: il pilota calabrese porta la Calabria nel gotha della motonautica internazionale

A cura di Redazione
29 settembre 2025 13:42
Moto d’Acqua Offshore, l’impresa di Giuseppe Parrilla al Mondiale -
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Cariati (CS), 29 settembre 2025 – Si è spento l’eco dei motori a Torre dell’Orso, teatro del Campionato Mondiale di Moto d’Acqua Offshore, ma non l’adrenalina per l’impresa di Giuseppe Parrilla. Al suo esordio nella massima competizione iridata, il pilota calabrese ha chiuso con un ottimo quarto posto di categoria e un decimo assoluto su trenta dei migliori specialisti al mondo, un risultato che va ben oltre il piazzamento.

Nelle acque salentine, in una tappa unica che ha assegnato i titoli mondiali 2025, Parrilla ha affrontato una prova di resistenza estrema: 440 chilometri di gara in sei ore nell’arco di due giorni. Un banco di prova durissimo, dove a fare la differenza non sono solo la velocità, ma anche la strategia e l’affidabilità meccanica.

Proprio quest’ultima ha tradito il pilota della GF Sport Racing in due momenti cruciali, con noie tecniche che hanno compromesso la corsa verso un podio ampiamente alla sua portata.

Un plauso va all’organizzazione dell’evento, orchestrata da Giuseppe Risolo, presidente dell’ASD Hardwave, e dalla delegata regionale Milena Maggio, che hanno saputo allestire un palcoscenico mondiale di altissimo livello, confermando la Puglia come location d’eccellenza per la motonautica.

L’esperienza mondiale, tuttavia, lascia un sapore diverso da quello della semplice delusione. Lascia la consapevolezza di aver lottato ad armi pari in un contesto di livello assoluto, portando la Calabria sulla scena internazionale della motonautica.

Le parole di Giuseppe Parrilla al rientro dalla Puglia descrivono perfettamente il valore di questa sfida: "uando ti confronti con piloti che corrono in tutto il mondo, capisci che ogni dettaglio fa la differenza. Questa non era una gara, era un test di sopravvivenza sportiva. [...] Non porto a casa una coppa, ma qualcosa di più importante: la certezza di potermela giocare con i migliori e la consapevolezza di cosa serva per arrivare al vertice. È stata un’esperienza brutale e bellissima. Adesso so qual è il livello, so dove dobbiamo migliorare e ho una fame ancora più grande di tornare a sfidarli".

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