Naufragio nel crotonese: Questa mattina tante persone si sono recate presso le spiagge di Steccato di Cutro, nel crotonese, per soccorre i migranti in mare. Volontari, associazioni, istituzioni, forze dell’ordine, sindaci. C’era anche l’Arcivescovo di Crotone-Santa Severina Angelo Panzetta su quella spiaggia dove hanno perso la vita tanti migranti: “Devo dire che ho nel cuore da una parte una una certa indignazione perché non c’è dubbio, che vedere quasi sessanta buste piene di esseri umani che avrebbero potuto essere accolti diversamente ci dà da pensare e riempie il cuore di tristezza”. Il presule ha benedetto le salme, mentre il vento soffiava su Steccato di Cutro e
Il bilancio delle vittime non è definitivo e continua a salire con il passare delle ore, mentre i Vigili del Fuoco non hanno mai cessato le operazioni di soccorso. Al momento sono 59 i morti accertati, ma si teme arriveranno a 100. Tra loro ci sono anche anche due gemellini di pochi anni e un neonato.
“Molti di questi erano bimbi, donne indifese. Per noi la vita è sacra, la vita dei migranti è sacra – ha continuato il presule – Nella tradizione cristiana la persona umana è il diritto sussistente. Poi vengono tutte le altre normative umane. Per cui avvertiamo la responsabilità di accogliere le persone, di salvare le vite umane.
Poi ha continuato: “Questo è un dovere morale fondamentale. E poi ho nel cuore anche la pietà per le cose che ho visto, perché non c’è dubbio che quella barca ridotta in mille pezzi su cui viaggiavano queste persone è un po’ una speranza ridotta a brandelli”.
Iera sera l’Arcivescovo di Crotone si è recato in una parrocchia, visitando un centro di accoglienza: “Ho incontrato venti giovani, probabilmente molto simili a quelli che hanno perso la vita, e loro mi hanno parlato di speranza. Imparano l’italiano, fanno sport, si integrano, si mettono a servizio. Devo dire che questo è il futuro che ci piace.
Questa è la modalità, quella della convivialità delle differenze umane. Questo è ciò che noi vorremmo. Accanto a questo c’è anche il senso della preghiera, del raccoglimento, del chiedere al nostro Dio che ama la vita, di avere un occhio particolare di accoglienza per queste persone. Che il Signore abbia tutta quell’accoglienza che noi non siamo stati in grado di riconoscere loro”., ha concluso.