Omicidio del piccolo Willy, Antonio Parrotta: «L’MMA è valore, non abuso. Ai miei ragazzi insegno di essere uomini migliori»

Lo sport è un grande aggregatore sociale, ricco di valori e contenuti, non solo sportivi. Le discipline sportive insegnano non solo il rispetto per l’avversario, ma anche un certo modo di stare al mondo. Ovvero lo sport da combattimento non è un’arma per colpire. Dopo i fatti di Colleferro, in cui cinque persone hanno tolto la vita al piccolo Willy, un ragazzo capoverdiano da anni in Italia con la sua famiglia, abbiamo parlato con il maestro Antonio Parrotta, istruttore di Mma: «Questa disciplina è un modo per superare se stessi – ci ha detto il maestro  sicuramente è un autodisciplina che ci porta a gestire le nostre aggressività e ci pone ad essere uomini veri. Su quello che è successo a Colleferro potrei dire tante cose, a parte che è un atto vile, poi valuta che se il ragazzino Willy fosse stato un ragazzo forte non si sarebbero messi in cinque contro uno, quei polli non si sarebbero mai messi contro. Hanno fatto una cosa atroce, è un vero e proprio abuso, perchè non pensi di fare qualcosa del genere, ma solo i vigliacchi agiscono contro il debole, che però ha fatto un gesto nobile, perchè Willy ha aiutato un suo amico».

La disciplina di arti marziali miste, ovvero l’Mma, pone insegnamenti validi: «Guai se pensiamo che l’MMA debba essere usato per le risse, come hanno fatto quelle cinque persone. Ai miei ragazzi oggi dirò di essere uomini, e gli uomini sono leali. Solo i vigliacchi possono fare un gesto simile, e noi non vogliamo essere vigliacchi. Noi siamo dalla parte del ragazzo che ha difeso l’amico. Noi siamo Willy. Un vero insegnante trasmette la difesa, ma non perpretare abusi. Un insegnante di queste discipline non potrà mai insegnarlo». 

Oggi inizia il nuovo anno della Scuola Guardia Krotoniate, e proprio prima degli allenamenti, Antonio Parrotta parlerà di quanto accaduto ai suoi ragazzi: «Per me i ragazzi a cui insegno sono figli, sono fratelli. Insegno loro ad essere uomini migliori, sicuramente non abusatori. Noi siamo per la giustizia, viviamo di lealtà, di valori. Quest’anno sarà un anno all’insegna della fratellenza. Spero di avere tanti ragazzi, perchè hanno bisogno di educatori».

Danilo Ruberto




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