Padre Giancarlo Bregantini, e quel sorriso semplice rivolto ai crotonesi

Padre Giancarlo Bregantini, e quel sorriso semplice rivolto ai crotonesi

 Questa storia nasce ancora una volta nel centro storico di Crotone, foriero di ricordi e ricco di passato.  Il 1 luglio del 1978, lo stimmatino di denno, in provincia di Trento, viene consacrato sacerdote, nella Città di Crotone, con imposizione delle mani di monsignor Giuseppe Agostino. Il diacono Giancarlo, diventa sacerdote.

Con l’accento del nord, il diacono Giancarlo, formatosi a Crotone, è parte integrante del centro storico. E’ uno di casa, una presenza sicura, l’uomo che si affaccia dalla finestra di Santa Chiara e saluta le signore, intente a porre una pentola di sugo sul fuoco, mentre prima controllano i panni stesi al sole.

Ha una voce chiara, e si integra bene con i suoni del Sud. E’ attento alle esigenze della gente di Santa Chiara, portando buste della spesa alle famiglie più bisognose. Non disegna una carezza e, ad agosto, si univa al rione del centro storico per preparare la salsa, una tradizione che lo vede in tuta, ci hanno raccontato, aiutando le signore alla preparazione delle provviste per l’inverno.

E di provviste spirituali, l’ormai sacerdote Giancarlo, ne ha per tutti. Lo scorso anno, l’Arcivescovo di Campobasso-Boiano ebbe modo di dirci: “Questi vicoli di Santa Chiara mi ricordano l’affetto della gente, la semplicità delle relazioni, la fraternità dei rapporti, la povertà. Mi ricordano soprattutto il grande bisogno di sentirsi uniti, e camminare l’uno accanto all’altro. In questi vicoli eravamo di fatto talmente vicini che si sentiva tutto dalla mia finestra. Si sentivano  i bambini piangere la notte, e si condivideva la strada dell’amicizia che creava solidarietà“.

Il 12 febbraio 1994 papa Giovanni Paolo II lo nomina vescovo di Locri-Gerace; riceve l’ordinazione episcopale il 7 aprile  nella cattedrale di Crotone dall’arcivescovo Giuseppe Agostino, per poi fare ingresso nella diocesi di Campobasso nel 2007. Ha fatto ritorno a Crotone più volte, anche durante il Cinquecentenario del ritrovamento dell’effige della Madonna di Capo Colonna, celebrando l’Eucarestia in una gremita Cattedrale colma di sorrisi, ma anche di lacrime. Ricordando il sacerdote cinto di grembiule, durante i giorni della salsa, chino verso gli ultimi. Come il Cristo che lava i piedi ai discepoli perchè diventa servo, e Dio è sceso nell’umanità tramite l’acqua riversata sui piedi. Padre Giancarlo, nella sua vita, si è cinto di grembiule, ricordando che la Chiesa è serva ed è nata per servire, e non per essere servita.




Articoli Correlati: