Riganello (Arci): «Non possiamo cedere alle pressioni delle lobby delle armi»

Riceviamo e Pubblichiamo – Continua anche se con toni sommessi il dibattito sulle armi e soprattutto sulla guerra. Ecco il contributo di un esponente storico del terzo settore crotonese, Fabio Riganel...

A cura di Redazione
13 aprile 2024 14:00
Riganello (Arci): «Non possiamo cedere alle pressioni delle lobby delle armi» -
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Riceviamo e Pubblichiamo – Continua anche se con toni sommessi il dibattito sulle armi e soprattutto sulla guerra. Ecco il contributo di un esponente storico del terzo settore crotonese, Fabio Riganello.

L’aumento delle spese militari è un crimine contro il nostro futuro.
L’Europa e l’Italia, ancora una volta, si dispongono a gettare miliardi di euro nella produzione, e vendita di armi insensate. In un momento di crisi senza precedenti, dove si vivono oggettivamente i problemi legati al cambiamento climatico, le disuguaglianze dilagano e il fantasma delle guerre incombe, i nostri governi scelgono la via più miope e pericolosa: quella del militarismo sfrenato. Il tutto mentre il Sistema Sanitario è al collasso e di conseguenza non viene più garantito il Diritto alla Cura, la scuola vive di precarietà e i programmi non formano più cittadini ma mere, potenziali, forze lavoro e il divario sociale diventa sempre più ampio generando, sempre di più, nuovi poveri.

Non possiamo cedere alle pressioni delle lobby delle armi che alimentano, grazie a una classe dirigente mondiale incapace e interessata, una cultura della paura finalizzata al controllo delle masse tramite la stessa.
L’aumento delle spese militari non è solo un cattivo affare per le nostre tasche, è un crimine contro il futuro. Un futuro che deve essere di pace, di giustizia e di prosperità, e non travolto da un nuovo ciclo di violenza e instabilità.

Non dobbiamo, e non possiamo, stare a guardare! Dobbiamo alzare la voce e dire basta a questa follia! Le nostre tasse non possono essere sprecate per finanziare politiche di morte.
Dobbiamo risvegliare la nostra coscienza civile, scendere in piazza e far sentire il nostro dissenso con ogni mezzo democratico. Dobbiamo costringere i nostri governanti a invertire la rotta e a investire in ciò che conta davvero: sanità, istruzione, ricerca, tutela dell’ambiente.
Solo così potremo immaginare, finalmente, di costruire un’Europa e un’Italia che guardano al ben-essere del popolo, un mondo dove le armi cedano il passo ad una reale azione di mediazione che possa promuovere politiche di pace, di garanzia dei diritti alla salute, allo studio e alla dignità di ogni singolo cittadino che abita la nostra Terra.

Fabio Riganello
Arci Crotone

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