Rosy Andracchio, una giovane dottoressa oltre l’armatura

L’armatura è uno scafandro“: una giovane dottoressa crotonese, Rosy Andracchio, ha fatto i conti col Covid e con il lockdown dall’altra parte della barricata. Durante il periodo pandemico, ha scoperto la vulnerabilità per poi riscoprire, invece, una comunità narrata nel libro, composto da diciassette capitoli, “Oltre l’Armatura“, edito da Rossini Editore in cui racconta le esperienze segnate dall’emergenza sanitaria in cui, giovanissima, si è entrata a far parte della medicina Usca indossando un’armatura per aiutare soggetti in difficoltà, come immigrati o persone con disabilità fisiche.

Se è stato inedito trovarsi medici in casa con tute bianche e il volto coperto durante i giorni di pandemia e di lockdown, non è stato diversamente anche per i tanti medici che, entrando dalle porte, hanno trovato gente impaurita nelle loro case per l’invasore invisibile: «Uno scafandro di tipo emotivo perchè ogni volta, entrando nelle case delle persone delle prime ondate in cui regnava il panico e il silenzio, questa gente che abbiamo incontrato era avvolta da un alone di timore, e dovevamo entrambi oltrepassare le barriere e costruire i ponti. L’armatura non è solo di tipo fisico, al fine di proteggerci da questo virus, ma anche un’armatura che abbiamo dovuto oltrepassare», ci ha detto Rosy Andracchio.

Il medico crotonese ha 27 anni, è di Strongoli, ed ha conseguito la laurea presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Magna Grecia di Catanzaro: «Racconto diciassette storie per preservarle – ha continuato – rispondere all’inizio a questa manifestazione d’interesse fummo circa diciassette, ma a lavorare eravamo in sette lavorando per diciassette», lavorando sopratutto in un contesto intessuto da contrasti e diversi pregiudizi.

Il suo libro è stato presentato questa sera presso la Sala Margherita di Crotone, il quarto appuntamento di una serie di iniziative culturali durante il periodo festivo e di invito alla lettura.




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