La pandemia ha avuto un impatto fortissimo sulla gestione della salute degli italiani, testimoniato ad esempio da un calo generalizzato delle visite e delle ospedalizzazioni. Ad esempio i tassi di ospedalizzazione per le malattie ischemiche del cuore nel 2020 sono calati complessivamente di un quinto rispetto al 2019, sia negli uomini (645,6 ricoveri per 100.000 uomini nel 2020 vs 804,0 per 100.000 nel 2019) che nelle donne (205,8 ricoveri per 100.000 donne nel 2020 vs 263,6 per 100.000 nel 2019).
Lo stesso dicasi per le malattie cerebrovascolari: i tassi di ospedalizzazione, nel 2020, sono calati complessivamente rispetto al 2019, sia negli uomini (-17,4%) (459,3 ricoveri per 100.000 uomini nel 2020 vs 556,3 per 100.000 nel 2019) che nelle donne (-18,3%) (327,7 ricoveri per 100.000 donne nel 2020 vs 401,3 per 100.000 nel 2019.
È uno degli aspetti di gestione sanitaria emersi dal XIX Rapporto Osservasalute 2021, curato dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane che opera nell’ambito di Vihtaly, spin off dell’Università Cattolica, presso il campus di Roma.
Questa nuova edizione di 655 pagine è frutto del lavoro di 240 ricercatori distribuiti su tutto il territorio italiano che operano presso Università, Agenzie regionali e provinciali di sanità, Assessorati regionali e provinciali, Aziende ospedaliere e Aziende sanitarie, Istituto Superiore di Sanità, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori, Ministero della Salute, Agenzia Italiana del Farmaco, Istat.
‘La pandemia ha drasticamente tagliato i ricoveri, sia perché i pazienti per paura si sono rivolti meno all’ospedale in caso di urgenze, sia perché il sistema ospedaliero non ha retto l’impatto dirompente del Covid- sottolinea il professor Walter Ricciardi, direttore di Osservaslute e Ordinario di Igiene generale e applicata alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, nonché consigliere del ministro della Salute per l’emergenza da coronavirus- Chiaramente ciò non è privo di conseguenze a breve e a lungo termine per la salute degli italiani; basti pensare che un ictus non trattato con la dovuta tempestività si traduce spessissimo in una disabilità permanente che ha costi umani, sociali e sanitari non indifferenti’
fonte Dire
