“Il countdown volge al termine. Domani gli infermieri e il personale sanitario non medico del comparto sanità incroceranno le braccia per 24 ore, in quello che è l’acme di una protesta e di un malcontento che approda ad uno sciopero di 24 ore, dopo giorni e giorni di manifestazioni in tutte le piazze”.
Così Antonio De Palma, presidente del sindacato Nursing Up, che in una nota spiega le ragioni che porteranno domani gli operatori sanitari a incrociare le braccia per 24 ore e a bloccare gli straordinari per sei giorni.
“Nel pieno di una trattativa per un rinnovo contrattuale che stenta a virare verso quelle legittime istanze, che sembrano ancora un obiettivo lontano- prosegue De Palma- i professionisti della salute, con lo sciopero di domani, sentono nuovamente il bisogno, più che mai, da nord a sud, di raccontare alla collettività ciò che sta accadendo nel nostro fragile sistema sanitario.
Una valorizzazione economica che appare ancora come una meta lontana. Uno stipendio medio tra i più bassi d’Europa, la cui precarietà è resa ancora più gravosa da una inflazione che mette in ginocchio le famiglie italiane, paurosamente in bilico, come su un cornicione, verso la soglia della povertà”.
Per non parlare di quella “sicurezza sul lavoro che rappresenta un diritto sacrosanto da garantire da parte delle aziende sanitarie- aggiunge il presidente del sindacato- e che invece è vanificata da leggi inefficaci e provvedimenti tutt’altro che concreti, quando invece il triste fenomeno delle aggressioni ai danni degli infermieri andrebbe estirpato alla radice, perché rappresenta un maledetto cancro che una società civile, dove la sanità dovrebbe essere al primo posto, non si può permettere di far crescere senza dotarsi di strumenti idonei al suo contrasto”.
Prosegue ancora De Palma: “E come la mettiamo poi con la carenza di personale, che senza un coraggioso piano di assunzioni rischia di vedere vanificato anche il futuro di quella sanità territoriale che con il nuovo Pnrr, nella Missione 6, necessita di oltre 30mila nuovi infermieri, oltre alla voragine strutturale di 80-85 mila da colmare?
Certo, non abbiamo la presunzione di pensare che uno sciopero possa risolvere, come con un colpo di bacchetta magica, tutte le falle del nostro sistema, ma gli infermieri e gli altri professionisti sanitari, non possono e non vogliono seppellire l’ascia di guerra”.
Lo sciopero di domani è quindi una “nuova occasione per raccontare, legittimamente, quello che sta accadendo, per scuotere le coscienze, mentre continua da parte nostra il serrato dialogo con governo, Regioni, Aran, Comitato di settore, per cercare una soluzione che possa permetterci di accogliere il nuovo contratto, come un solido punto di partenza per il futuro.
Per questa ragione, in attesa delle risorse aggiuntive del nuovo atto di indirizzo, ci stiamo già muovendo da tempo per chiedere di rivedere le esigue cifre oggi a disposizione, alla luce delle delicatissime contingenze economiche che ci attanagliano”, conclude De Palma.

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