Sequestrata tabaccheria a Palmi: indagini rivelano fittizia intestazione per riciclaggio di denaro

Maxi-Sequestro a Palmi: La Guardia di Finanza Colpisce un'Attività Commerciale Legata alla Criminalità Organizzata

A cura di Redazione
16 luglio 2025 08:06
Sequestrata tabaccheria a Palmi: indagini rivelano fittizia intestazione per riciclaggio di denaro -
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Le operazioni antimafia svelano legami con il narcotraffico e la 'ndrangheta

Il Comando Provinciale di Reggio Calabria ha eseguito un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, Direzione Distrettuale antimafia, diretta dal Procuratore f.f. Dott. Giuseppe Lombardo. Il sequestro ha riguardato una tabaccheria ubicata a Palmi.

La misura patrimoniale è scaturita da un'indagine della Compagnia di Palmi, la quale ha rilevato che la tabaccheria era fittiziamente intestata a un prestanome residente a Palmi, ma effettivamente riconducibile e gestita, con diversi ruoli, dai componenti di uno stesso nucleo familiare.

Le investigazioni, condotte attraverso appostamenti, sopralluoghi, esame di documentazione commerciale e analisi dei conti correnti bancari, hanno accertato che il titolare formale dell’impresa non ha mai svolto alcuna attività gestionale, data la sua occupazione come lavoratore dipendente in un altro comune. Questa "testa di legno" si è dimostrata totalmente disinteressata all'operatività dell'impresa, non frequentando i locali commerciali e non percependo alcun guadagno economico.

La tabaccheria è risultata invece concretamente gestita dai familiari di due detenuti, recentemente condannati dal Tribunale di Reggio Calabria a oltre 14 anni di reclusione nell’ambito dell’operazione “Tre Croci”, condotta dalla stessa Guardia di Finanza di Reggio Calabria, per il loro coinvolgimento in attività di narcotraffico internazionale.

Questi soggetti reclusi, come emerso dall’istruttoria processuale, avevano condotto un’attività di intermediazione logistica del traffico di droga gestito attraverso il porto di Gioia Tauro, curando l’importazione delle partite di stupefacente, le fasi di “esfiltrazione” dall’area portuale e, talvolta, la cessione diretta di consistenti carichi di cocaina.

L'intestazione fittizia della tabaccheria mirava a favorire gli interessi economici della famiglia dei detenuti, verso cui sono convogliati la maggior parte dei flussi finanziari dell'impresa. Inoltre, la dissimulazione patrimoniale aveva lo scopo di soddisfare “le esigenze di riciclaggio e reimpiego nell’attività commerciale dei proventi dell’attività di narcotraffico”, finalizzato anche ad agevolare l’attività della “'ndrangheta”, con particolare riferimento alle cosche Piromalli, Molè, Crea, Alvaro, Gallico.


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