SIN di Crotone: la Giustizia avanza, i camion partono e la Calabria respira futuro

Nota del Prof. Gen. Emilio Errigo sul presente e sul futuro del SIN di Crotone

A cura di Redazione
23 agosto 2025 13:00
SIN di Crotone: la Giustizia avanza, i camion partono e la Calabria respira futuro -
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Riceviamo e pubblichiamo - C’è una linea sottile in cui la Calabria si specchia. È quella che divide e unisce, insieme, il cielo e il mare di Crotone. Blu su blu, come in un quadro che si ostina a vivere nella realtà e non sulla tela. Ma sotto quel blu, a terra e a mare, da troppo tempo, si nasconde un veleno che corrode la terra e i fondali marini. È la memoria lunga di un’eredità industriale tossica, che da venticinque anni offende la vita.

Oggi, finalmente, qualcosa si muove. Eppure, mentre la giustizia amministrativa si esprime, mentre il TAR di Catanzaro pronuncia la sua sentenza, mi trovo nella necessità di fare un distinguo tra il rispetto assoluto per i giudici e la loro sentenza, la fedeltà alle Istituzioni, ma al tempo stesso la ferma convinzione di aver agito in diritto, con l’ausilio di autorevoli giuristi e docenti, in circostanze che non ammettevano rinvii.

Perché la giustizia – in tutti i suoi tre gradi – ha i suoi tempi, e la sua forza è proprio questa: non piegarsi all’impazienza del momento, ma arrivare a tempo debito e a condizioni precise. È un treno che passa in orario secondo l’orologio del diritto, non sempre secondo l’orologio della vita quotidiana. Ma ci sono frangenti in cui i minuti valgono più delle ore, in cui la comunità chiede decisioni. E allora tocca scegliere se restare fermi o correre a spegnere l’incendio.

La metafora della casa che brucia resta, per me, la più chiara. Nessuno, vedendo le fiamme, si fermerebbe a organizzare un convegno per stabilire a chi spetti l’onore di impugnare il secchio. Si corre. Si getta acqua. Si salvano vite. 

 

Così a Crotone: il sito industriale avvelenato non è un’astrazione, ma un pericolo vivo, che cresce con le piogge, che si infiltra nelle falde, che può trasformarsi in un’onda nera capace di travolgere salute ed economia.

La sentenza dei giudici amministrativi mette in luce contraddizioni e difetti istruttori, segnalando che certi poteri non possono sovrapporsi, che alcune prescrizioni spettano ad autorità precise. E io rispetto, con immensa gratitudine, questa funzione di equilibrio. Eppure, resto intimamente convinto che il mandato di Commissario straordinario si debba tradurre in un potere-dovere operativo, deducibile dall’interpretazione del decreto di nomina del Governo.

Nonostante la complessità giuridica, i fatti parlano. La notizia positiva è che, dopo un quarto di secolo di stallo, i rifiuti cominciano a lasciare Crotone. Fino a oggi, cinquantotto camion, carichi di oltre 1560 tonnellate di scorie, hanno imboccato la strada verso siti di smaltimento fuori dal territorio della Calabria. 

È la prova che l’immobilismo non è l’unico destino possibile, che le istituzioni – quando agiscono in modo cooperante tra di loro e con i privati interessati – possono far partire ciò che sembrava incatenato.

 

È un’immagine che vale più di mille carte bollate: camion che si muovono, strade che finalmente portano via parte di quel peso. Dopo venticinque anni, il primo segnale di liberazione.

Emilio Errigo

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