Stanchi dei Soliti: “A Crotone si normalizza la violenza, serve verità sull’aggressione a Ioppoli”
Dopo l’aggressione del 27 ottobre, il consigliere comunale Ernesto Ioppoli ha presentato formale querela contro il sindaco dimissionario Vincenzo Voce. Un atto che chiama la città alla verità e alla trasparenza
Apprendiamo da una nota del consigliere comunale Ernesto Ioppoli che, dopo l’aggressione subita il 27 ottobre, è stata presentata formale querela alla Procura della Repubblica di Crotone nei confronti del sindaco dimissionario Vincenzo Voce. È un gesto di coraggio, che rompe il muro di silenzio e di ipocrisia costruito attorno a un episodio che, per la sua gravità, non può essere ridotto a un semplice scontro politico.
Secondo il gruppo civico Stanchi dei Soliti, che da tempo denuncia la deriva morale e istituzionale della città, ciò che è accaduto rappresenta una ferita profonda per la democrazia locale. Ancora più grave è l’atteggiamento di chi tenta di minimizzare l’accaduto, invitando il sindaco a ritirare le dimissioni e sostenendo che “calci e pugni sono un errore, ma possono capitare”. Parole che, di fatto, normalizzano la violenza e la rendono un comportamento accettabile, quasi inevitabile nella gestione del potere.
Se questa mentalità fosse davvero diffusa, sarebbe il segno di una comunità che ha smarrito il senso della misura e della legalità, dove le istituzioni perdono la loro credibilità e la convivenza civile viene messa in discussione. Stanchi dei Soliti chiedono trasparenza, chiarezza e coraggio nel dire la verità. I testimoni presenti all’aggressione, tra cui l’assessore Giovanni Greco e i consiglieri Vincenzo Familiari, Mario Megna, Antonio Megna, Fabio Manica e Maria Luisa Cavallo, dovrebbero spiegare ai cittadini come siano andati realmente i fatti.
È legittimo chiedersi cosa sia accaduto in quella sala consiliare, come sia stato possibile che un consigliere comunale, descritto da tutti come una persona pacifica, sia stato aggredito addirittura alle spalle, e perché una discussione sulle costruzioni popolari di via Israele abbia provocato una reazione tanto sproporzionata da parte del sindaco. Sono domande che meritano risposte, perché solo la verità può restituire dignità alle istituzioni.
Ciò che invece emerge è la volontà di insabbiare, di nascondere la polvere sotto il tappeto, aspettando che il tempo passi e che il sindaco ritiri le dimissioni, come se nulla fosse accaduto. Alcune associazioni di categoria sono addirittura arrivate a chiedere il suo ritorno, dimenticando completamente di esprimere solidarietà alla persona aggredita. È un segnale inquietante, che lascia intravedere interessi, calcoli e convenienze politiche dietro l’apparente richiamo alla stabilità amministrativa.
Per Stanchi dei Soliti, questa è la dimostrazione che Crotone non è solo ultima nei numeri e nelle classifiche, ma anche nel pensiero e nella morale. Una città che sembra non sapersi indignare, che accetta la violenza come errore umano e non come un fatto incompatibile con chi ricopre ruoli pubblici. Un’amministrazione che dovesse concludersi oggi non lascerebbe un vuoto, ma forse aprirebbe la possibilità di ripartire con maggiore coscienza e rispetto delle regole.
Già nel 2020, sotto la gestione commissariale, la città aveva saputo mantenere intatti i fondi e i progetti di Antica Kroton, che invece l’amministrazione Voce ha finito per snaturare e rallentare. Oggi, ciò che manca più di tutto, è la presenza dello Stato, la voce ferma di un’autorità che difenda i principi di legalità e garantisca ai cittadini la certezza che nessuno, neppure un sindaco, possa alzare le mani e restare impunito.
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