Stumpo: «C’è bisogno di una visione e di mettere insieme i tasselli»

Alla Camera dei deputati Nico Stumpo (Leu) è pronto a discutere i problemi che attanagliano il nostro territorio

Disoccupazione, migrazione sanitaria, infrastrutture e bonifica. sono queste, tra le altre, le istanze che l’onorevole Nico Stumpo (Liberi e Uguali) alla Camera dei Deputati porterà all’attenzione del parlamento.

Quali sono le sue sensazioni nel rappresentare la sua terra e quali i suoi obiettivi? Chiunque ha la fortuna di rappresentare il paese tutto nel Parlamento della Repubblica ha il ”dovere di svolgere le funzioni che le sono state affidate con disciplina e onore”. Chi, a maggior ragione, rappresenta il proprio territorio avverte ancora di più l’onore che le è stato conferito dai cittadini. Non sono frasi di circostanza, la prima é l’articolo 54 della Costituzione, la seconda è il mio personale stato d’animo e di riconoscenza verso tutti i cittadini calabresi che rappresento in Parlamento e in queste ore anche di orgoglio per quanto hanno fatto dei nostri concittadini per salvare a Sovereto 56 persone, tra cui un neonato, in periodi di “porti chiusi”. Gli obiettivi miei, ma credo dei cittadini tutti della nostra provincia sono, il lavoro prima di tutto, lo sviluppo del territorio, una qualità della vita soddisfacente. Ho sempre diffidato dagli uomini o dalle donne soli al comando. In qualsiasi territorio, a maggior ragione nel nostro, che in tutti gli indicatori di sviluppo e di qualità dei servizi viene purtroppo classificato sempre tra gli ultimi posti é un progetto di un partito, di una squadra, che possono provare a risolvere i problemi.

Quali sono le problematiche che cercherà di risolvere a livello locale? 50% circa di disoccupazione giovanile, 38% di disoccupazione femminile, 30% disoccupazione generale, migrazione sanitaria alle stelle, aeroporto chiuso, stazione ferroviaria usata come deposito e treni che passano con il lanternino, la SS 106 da sempre in attesa di nuovi sviluppi e ora nuovamente bloccata dal nuovo governo. L’ambiente, con la vicenda della bonifica delle ex aree industriali, e non solo. L’agricoltura, motore di un nuovo sviluppo di qualità. Il turismo e i beni culturali del nostro territorio. La lotta alla ‘ndrangheta, male da estirpare dai nostri territori. E in questo voglio ringraziare le autorità per quanto hanno fatto nell’ultima fase. Dimentico qualcosa? Mi occuperò in merito alla bonifica, che rappresenta un primo punto di partenza per nuova occupazione ma anche di possibilità di nuovo sviluppo successivo, affinché si accelerino al massimo le procedure e che nel pieno rispetto delle norme vedano coinvolte le maestranze locali nei lavori. E poi, essendo nella commissione trasporti, mi occuperò direttamente dell’aeroporto, della condizione ferroviaria e della vergogna della SS 106.

Secondo lei di cosa ha bisogno la nostra provincia? Visione. C’è bisogno di una visione complessiva e di una capacità a mettere insieme i tasselli che compongono il puzzle. I problemi di cui abbiamo parlato prima, se risolti e messi a sistema rappresentano le opportunità con le quali dare un nuovo sviluppo al nostro territorio. La bonifica va fatta subito. È una ferita aperta e pulsante che deve essere sanata. Può dare opportunità di lavoro, anche per un tempo considerevole, ma deve stare dentro un progetto più ampio. Dentro una visione complessiva. La provincia di Crotone non può e non deve essere scollegata dal resto del paese. Il paese riparte se si investe nel mezzogiorno. C’è bisogno di un piano di investimenti infrastrutturali nazionale. Occorre collegare la stazione e l’aeroporto di Lamezia Terme con quelli di Crotone e con il porto e poi a salire verso il porto di Taranto e il porto e l’aeroporto di Bari che a loro volta vanno a collegarsi con quelli di Napoli, con un doppio binario elettrificato. Mettere in rete il mezzogiorno per consentire uno sviluppo ambientalmente sostenibile. Agricoltura, turismo, beni culturali. Sono tre facce della stessa medaglia. Serve la possibilità di far muovere le persone e le cose per avere un volano di sviluppo, e serve un progetto locale comune tra le amministrazioni e gli operatori del settore per fare di questi temi un modello di sviluppo.