La miopia è sempre più diffusa tra bambini e adolescenti, al punto che si parla di ‘epide-miopia’ neologismo comparso tra gli addetti ai lavori per descrivere l’incremento di questo difetto della vista che insorge, nella stragrande maggioranza dei casi, in età scolare. Nelle popolazioni asiatiche riguarda ormai il 60-70% dei ragazzi (con punte del 90% a Singapore), negli Usa negli ultimi 30 anni si è registrato un incremento del 50%, con un tasso di incidenza passato dal 26 al 42% (46% nelle femmine). Dati simili sono stati riscontrati in studi condotti in Europa. Entro il 2050 si prevede che oltre il 50% della popolazione mondiale sarà miope, con un costo attuale stimato attorno ai 200 miliardi di dollari l’anno. Non solo un problema di salute, dunque, ma anche sociale.
A fare il punto sull’epidemiologia sono i pediatri riuniti al 77° Congresso della Società italiana di pediatria a Sorrento. Spiega Roberto Caputo, direttore della struttura complessa di oftalmologia pediatrica del Meyer di Firenze: “Solitamente la miopia insorge verso i 5-6 anni, o in adolescenza (entro i 13/14 anni) e in genere progredisce per tutta l’età adolescenziale. Una miopia elevata (oltre 6 diottrie) aumenta il rischio di alcune patologie dell’occhio come la maculopatia, il glaucoma e il distacco di retina. Quello a cui stiamo assistendo è che abbiamo più bambini miopi e con forme più gravi. E’ quindi molto importante la prevenzione per rallentare l’evoluzione”, afferma Caputo. Ma quali sono le cause di questo incremento esponenziale?
“La miopia ha sicuramente una base genetica, ad esempio le popolazioni asiatiche sono più predisposte, così come lo è chi ha genitori miopi. Ma quello che ha influito in modo assolutamente preponderante sull’incremento degli ultimi 30 anni è stato l’aumento delle attività ‘da vicino’: dai demonizzati tablet e telefonini alla ridotta quantità di ore trascorse all’aria aperta. Molti studi infatti dimostrano che le popolazioni scolarizzate hanno tassi più elevati di miopia rispetto a quelle rurali” prosegue Caputo.
Il quadro sembra essersi aggravato con la pandemia, alcuni lavori condotti in Cina hanno documentato ad esempio che l’aumento delle ore passate sugli schermi e la ridotta socializzazione hanno causato un aumento della miopia soprattutto nella popolazione 6-8 anni. Prevenire l’insorgenza e ridurre il rischio di progressione si può: dagli stili di vita alle opzioni terapeutiche. Secondo alcuni studi trascorrere ogni giorno 40 minuti all’aperto comporterebbe una riduzione dell’incidenza della miopia del 23%. Altri studi rilevano che il rischio di progressione della miopia scenderebbe del 54% per i bambini che trascorrono ogni settimana almeno 11 ore all’aperto. “La prima buona regola, dunque, è cercare di far trascorrere ai bambini più tempo all’aperto, senza il telefonino però, magari praticando uno sport. Non a caso nelle scuole di Singapore i bambini miopi devono fare un’ora di attività all’aperto ogni giorno”, afferma Caputo.
Scontato, ma non per questo meno valido, il consiglio di limitare il tempo trascorso dai bambini davanti agli schermi, e in ogni caso, “privilegiare gli schermi più grandi, come tv e tablet rispetto ai telefonini, assicurandosi che venga mantenuta un’adeguata distanza”. Senza dimenticare i controlli della vista in età pediatrica, da fare alla nascita, a 3 e a 6 anni. Occorre anche prestare attenzione ai principali segni che devono far sospettare un difetto di vista, per esempio se il bambino si avvicina troppo alla televisione, se strizza gli occhi quando guarda la televisione da lontano, e se ha il mal di testa, che in taluni casi può essere un sintomo della miopia. Esistono poi le strategie terapeutiche per fermare la progressione della miopia. “Da qualche anno una letteratura consolidata dimostra come l’atropina (per ora disponibile solo come preparato galenico) a bassissimo dosaggio, somministrata ogni sera, abbia un’efficacia elevata (intorno al 60- 70%) nel ridurre la velocità di progressione della miopia. Sono invece un’innovazione recente, e quindi meno consolidata in letteratura, gli occhiali con lenti a defocus periferico che hanno un’indicazione per il controllo della progressione miopica”, conclude Caputo.

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