(VIDEO) Cinquant’anni camminando nella fede: festa grande per il Cammino Neocatecumenale
Nella parrocchia Madre di Fondo Farina una comunità riunita per rendere grazie a Dio: voci, memorie e testimonianze di mezzo secolo di evangelizzazione nato dall’intuizione di Monsignor Agostino nel 1975
Cinquant’anni senza un attimo di sosta. Le chitarre, i canti del Cammino e il profumo dell’incenso hanno accolto, ieri sera nella parrocchia di Fondo Farina a Crotone, una celebrazione speciale: l’Eucaristia per i 50 anni del Cammino Neocatecumenale nella diocesi di Crotone-Santa Severina.
Era il 1975 quando il Cammino arrivò a Crotone, grazie all’intuizione di monsignor Giuseppe Agostino, allora vescovo, che vide in questo itinerario di fede la possibilità di dare nuovo impulso missionario alle parrocchie. Da quel piccolo inizio, con pochi fedeli, sono nate oggi cinquanta comunità, rappresentate ieri in chiesa insieme a famiglie, catechisti e seminaristi dei seminari di Cosenza e di Pola, quest’ultimo con giovani provenienti dalla Croazia.
A presiedere la celebrazione, don Piergiorgio De Angelis, responsabile dell’équipe del Cammino neocatecumenale d’area, concelebrata da don Lino Leto e don Girolamo Ronzoni, entrambi frutto del Cammino.
Il responsabile delle comunità neocatecumenali della diocesi, Alfonso Cernunzio, ha espresso la gioia per questo anniversario importante: “L’augurio per i prossimi cinquant’anni è che Dio possa mai stancarsi di amarci, perché questa sua fedeltà alla nostra vita, così fragile, così debole, come un padre, ci ha portati avanti e diventa per noi la missione di testimoniare che Cristo ha dato la vita per tutti gli uomini e continua a darla, perché ogni giorno muore sulla Croce per noi. Noi siamo felicissimi di questi cinquant’anni, perché qua, in questi cinquant’anni, abbiamo scoperto la pazienza dell’amore di Dio per la nostra vita”.
Nel ricordare le tappe del Cammino a Crotone, Cernunzio ha voluto rendere omaggio alla figura di don Gino Cantafora, presbitero che ha contribuito in modo decisivo alla nascita e allo sviluppo di questa esperienza ecclesiale: “Dobbiamo ricordarlo, perché nel 1975, quando Monsignor Agostino ha sentito dentro di sé questo desiderio di dare un impulso missionario alle parrocchie, ha trovato nel cuore di don Gino una porta aperta. Lui ha dato la vita per tutti noi, ha sempre servito i sacramenti per tutti noi, ha dato una parola di gioia e di incoraggiamento per tutti. Come possiamo dimenticarlo? È stato per noi veramente un Cristo vivente, fino alla fine della sua vita, quando anche da malato si è restituito a Dio come un figlio prediletto”.
Le famiglie riunite in chiesa hanno testimoniato ciò che il Cammino rappresenta: un cammino di fede vissuto in comunità, nella liturgia e nella missione. Un cammino che, ha ricordato ancora Cernunzio, ha permesso a tanti di riscoprire la vicinanza e la misericordia : “L’augurio è che possiamo amare la Chiesa più della nostra vita, possiamo servire Gesù Cristo fino alla fine della nostra vita, possiamo testimoniarlo, perché Dio esiste e in Gesù Cristo ha dato a noi una vita nuova”.
Prima dell’inizio della celebrazione, il responsabile ha rivolto ai presenti un pensiero, per riassumere l’origine e la vocazione del Cammino: “Il Signore tanti anni fa ci ha convocato ad ascoltare una parola che ha salvato la nostra vita. Nel 1975, quando Monsignor Agostino ha sentito nel suo cuore che la sua diocesi dovesse vivere la missionalità della vita cristiana, ha sentito di dare questa opportunità alle parrocchie: il Cammino neocatecumenale, chiamando fratelli che venivano dal peccato, dalla sofferenza, dal disorientamento della vita. Monsignor Agostino ha visto nelle comunità una forza nuova per le parrocchie. È lì che si viveva la vera vita cristiana”.
Cinquant’anni dopo, quella scintilla rimane viva. Le chitarre e i canti che hanno accompagnato la celebrazione ne sono la prova: un popolo in cammino, grato per il passato e pronto a seguire ancora la strada che porta a Cristo, con la stessa fedeltà di chi, nel 1975, disse il primo “Eccomi”.
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