(VIDEO) Crotone ricorda le vittime del 1989 e rilancia la battaglia per una mobilità dignitosa
Nel giorno del ricordo delle 12 vite spezzate nel 1989, Crotone ha rilanciato dunque la sua battaglia: riavere treni, riavere una tratta funzionante, riavere diritti minimi di mobilità, a partire dalla tanto attesa restituzione della Sibari–Crotone
Binari smontati, stazione in piena ristrutturazione e la speranza che, finalmente, la mobilità possa tornare a essere normale, dignitosa, veloce. Non da “Serie C”.
È in questo scenario che anche quest’anno, come accade ogni 16 novembre, Crotone si è ritrovata per ricordare le vittime della strage ferroviaria del 1989, quando lo scontro fra due convogli sulla linea jonica causò la morte di 12 persone: Carmelina Pistoia, Delia Sozzi, Antonella Serventi, Rosanna Perri, Rita Angela Geracitano, Loredana Gentile, Emma Gagliardi, Franca Cefalà, Mirella Cavalli, Antonio Sorrenti, Angelo Giuffrè e Salvatore Bruno. Una tragedia i crotonesi ancora ricordano.
Nel piazzale della stazione si è svolta un'assemblea promossa da Italia Nostra Crotone insieme a numerose associazioni del territorio. Oltre alle sigle civiche e alla CGIL, erano presenti l’assessore alla Cultura Nicola Corigliano in rappresentanza dell’amministrazione comunale, e le consigliere Antonella Passalacqua e Anna Maria Cantafora.
Come ogni anno, il ricordo si è intrecciato con la denuncia: sono infatti tornate al centro del dibattito le criticità della ferrovia jonica, soprattutto nel versante orientale della Calabria, dove i pendolari continuano a convivere con disservizi, pochi treni e infrastrutture obsolete.
Patrizia Luzzaro ha espresso con forza la frustrazione del territorio:
«Siamo qui per denunciare la mancanza di infrastrutture adeguate che rendono i nostri spostamenti lenti, difficili e insicuri. Da anni le problematiche non si risolvono, come se non fossero emergenze sociali e politiche. Siamo un territorio che vive una grande migrazione: abbiamo bisogno di collegamenti efficienti. L’alta velocità — prevista per il 2026 — deve essere accompagnata da un’interconnessione reale con il resto della Calabria. Vorrei che il Ministro delle Infrastrutture venisse qui, a vedere e vivere i disagi di un territorio isolato, dove girano ancora le littorine. I crotonesi non sono cittadini di Serie B. Ricordo ancora quel giorno: il fumo, l’impatto, le sirene, e il dolore per le 12 vittime, molte delle quali erano giovani mamme.»
Franco Amelio, marito di Carmelina Pistoia, ha parlato con amarezza ma anche con un filo di speranza: «Da anni ci ripetiamo le stesse cose su ciò che si poteva fare e non si è fatto. Ma qualcosa si sta muovendo. Ci sono barlumi di novità: speriamo possano crescere per il futuro del nostro territorio.»
Durissima la denuncia del segretario generale Filt CGIL Calabria, Salvatore La Rocca:
«I diritti in Calabria vengono sistematicamente negati. Non ci considerano nemmeno un popolo di Serie B, ma di Serie C.» Sulla stessa linea Maria Pupa, segretaria CGIL Catanzaro-Crotone-Vibo: «Ripetiamo sempre le stesse cose, ma le risposte continuano a non arrivare.»
La consigliera comunale e presidente dell’associazione Calabria Ferrovie Joniche, Anna Cantafora, ha ricordato la vocazione naturale del territorio: «Questa città ha un porto, con un crocevia di persone. Non dobbiamo inventare nulla: dobbiamo puntare sul porto e sulla ferrovia, perché sono loro a farci sviluppare.»
Infine, forte e chiaro anche l’intervento di Giovanni Marsala di Vivere Sorridendo, che ha ribadito un tema troppo spesso ignorato: «Il diritto alla mobilità è negato anche a chi deve spostarsi per cure oncologiche. Non mi stancherò mai di ripeterlo.» Al termine dell'assemblea sono stati posti dei fiori sotto la targa dei dodici nomi di quel tragico 16 novembre di trentasei anni fa.
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