(VIDEO) Dove la luce incontra l’ombra: il viaggio letterario di Giovanna Ripolo
Nonostante la pioggia, grande partecipazione per la presentazione del nuovo romanzo. Con lei l’editore Vincenzo De Giorgio e la docente Lucia Claps in un dialogo di parole e luce
"Coinvolgente, perchè è un libro che si legge tutto d'un fiato", ha detto l'editore Vincenzo Di Giorgio.
Quando Giovanna Ripolo presenta una nuova opera, accade qualcosa di speciale. Non è solo la forza della scrittura a richiamare il pubblico, ma anche la potenza dei legami che l’autrice, insegnante presso il Liceo Classico Pitagora di Crotone, sa creare attorno a sé. Le sue presentazioni diventano incontri d’amicizia. Così è stato anche ieri sera, quando alla libreria Mara Vinarte la pioggia non ha fermato l’affetto dei tanti accorsi per la presentazione de “Il faro. Verso un nuovo inizio”, l'ultimo libro della scrittrice crotonese.
A guidare la serata l’editore Vincenzo De Giorgio, e Lucia Claps, insegnante come la stessa Ripolo, che ha moderato l’incontro con la consueta eleganza. Un connubio perfetto, quello tra due docenti, che trasforma il dialogo non in una presentazione di un libro, ma in una costruzione di un percorso che nasce dalla prima opera fino al recente "Il faro". Il violino di Angela Russo ha allietato la serata bagnata, tra ombrelli chiusi e giubbotti non tolti.
Il romanzo, come ha raccontato l’autrice, nasce da un’immagine, da una suggestione rimasta accesa a lungo. «Cosa c’è in questa nuovo libro?» chiede Lucia Claps. E l’autrice risponde: «Ci sono tante cose. C’è innanzitutto un faro, un faro che è il punto un po’ di partenza ma anche il punto di arrivo di questa avventura che però è scandita su tre piani temporali». Le voci e le vite di più generazioni si intrecciano così sotto la stessa luce, in un racconto che unisce passato, presente e futuro.
L'autrice non svela troppo, ma lascia intendere la profondità emotiva della trama: «Ci sono protagonisti, donne e uomini, e le loro storie hanno come denominatore comune questo faro, questo promontorio che porta verso la luce. Ci sono tre generazioni a confronto». Il faro diventa allora metafora di vita, simbolo di direzione ma anche di ombra. «Era da tanto che volevo scrivere qualcosa che avesse un faro – spiega – perché mi ha sempre dato questa grande tensione: il faro indica una via, ma mentre la indica lascia in ombra un’altra parte. Questo doppio aspetto mi ha sempre affascinata».
Alla domanda che abbiamo posto su quale aggettivo sceglierebbe per definire questa nuova avventura, l’autrice riflette un attimo e sorride: «Evocativo. Chi lo leggerà capirà perché».
Nel corso della serata non sono mancati i riferimenti alle opere precedenti di Giovanna Ripolo, che nel tempo hanno costruito un percorso letterario coerente e riconoscibile. Dal romanzo Il corpo ricorda. Anatomia di un’anima, dove tre personaggi e tre punti di vista si alternano in un intreccio di memoria e introspezione, fino a Pezzi, una raccolta di racconti che indaga l’animo umano nelle sue fratture e nei suoi ricomponimenti.
Anche stavolta, con Il faro, la scrittrice invita il lettore a guardare oltre la superficie, a sostare nelle zone d’ombra per ritrovare la direzione. E se il maltempo non ha spento l’entusiasmo, è forse perché quella luce che Giovanna Ripolo accende nelle pagine arriva, sempre, anche nella realtà.
