Quando Carmine Abate scrisse “La festa del ritorno” nel 2004, sicuramente non avrebbe immaginato che una propria opera potesse finire sul grande schermo. Eppure quel libro, pubblicato da Mondadori, di successo ne ha riscosso davvero tanto sin dalla sua pubblicazione: ha ricevuto il Premio Napoli, il Premio Selezione Campiello e il Premio Corrado Alvaro, ed oggi è diventato un film indipendente con regia di Lorenzo Adorisio, figlio di un calabrese, e Alessio Praticò, reggino.
Nel cast anche il crotonese Carlo Gallo. Alla prima del film, proiettato martedì scorso al Cinema Teatro Apollo, c’era proprio l’attore che ha raccontato un po’ la sua esperienza sul set. «Girare questa pellicola è stata un’esperienza molto bella e significativa, specialmente per l’incontro con il regista Lorenzo Adorisio, si è creata una vera famiglia. Ci siamo ritrovati a Melissa, nella provincia di Crotone, e abbiamo trascorso delle belle serata insieme. Credo che questo affiatamento tra di noi si veda nel film». Due destini che si incrociano, quello di Carlo e di Abate, due calabresi che portano in alto il nome di Crotone e della Calabria, uniti dal talento oltre che dal luogo in cui sono nati e cresciuto. Eppure Carlo ci tiene a sottolineare: «In realtà siamo tre crotonesi perché il regista Lorenzo Adorisio è figlio di un calabrese doc, il quale ci ha lasciato a disposizione la casa nella quale abbiamo girato tutti gli interni – si riferisce all’abitazione di Marco di Tullio, di Elisa e di Francesca (ndr) -. Si può dire che è un terzo crotonese acquisito. Ci siamo amalgamati molto bene», sorride mentre ce lo dice. Adesso per Carlo Gallo c’è un nuovo progetto, ovvero il documentario che si intitola “Il mare nascosto” e che vede alla regia la firma di Luca Calvetta.
«A Breve saremo a Torino con Lux Santa di Matteo Russo – ha continuato – questa è una notizia bellissima poichè saremo al festival di Torino con il nostro docufilm, e lì c’è proprio la nostra Crotone». Tanta partecipazione di pubblico, dei propri concittadini, alle proiezioni del film all’Apollo: «Adesso il mio obiettivo è quello di promuovere al meglio questa pellicola perché è un piccolo film, e se il pubblico non va in sala a vederlo rischia di spegnersi presto, per cui auspico che chi lo ha visto possa fare un bel passaparola e di suggerirlo».
La pellicola, girata tra Cirò Superiore, Carlizzi e Melissa, narra la storia di un padre e un figlio, ovvero un ragazzino che è dovuto crescere in fretta rispetto ai suoi coetanei. Un freno sui tempi per difendere la sorella e un uomo che è stato costretto a emigrare per poter dare alla sua famiglia tutto il benessere di cui ha bisogno. Un segreto da custodire e un amore vissuto lontano dalla propria terra. Il film si concentra sulla comunità albanese in Italia, raccontando la sua lingua, la sua cultura e le sue tradizioni, ma è anche la storia di un paese del sud, di una terra forte, immersa nella natura e condivisa da montagna e mare, ricca di sapori, di struggimento e di rabbia. «È un film intanto con una bellissima poesia sulla Calabria e sul tema dei padri e dell’immigrazione – ha continuato il nostro concittadino – c‘è una fotografia che finalmente restituisce dignità al nostro paesaggio, alla nostra cultura, alla nostra genuinità. Non vedrete immagini a sfondo turistico o i soliti cliché».
Carlo interpreta il viandante: «Un personaggio molto ambiguo – spiega lui stesso – ed è l’amante della figlia di Tullio. Insomma, approfitta dell’assenza di questo personaggio per passare il tempo con la figlia, e in qualche modo diventa il papà adottivo del bambino». Un film diverso, dunque, e soprattutto d’autore. «Una pellicola che differisce non solo da quelle che si stanno vedendo in questo periodo, ma diversa anche dal da tantissimi altri film che girano in Calabria con altre tematiche».
A commentare il film proiettato nei cinema, c‘è anche l’autore del libro da cui è tratto il film, ovvero Carmine Abate. «Una grande emozione vedere al cinema il film tratto dal mio romanzo omonimo, edito negli Oscar Best sellers della Mondadori – ha aggiunto lo scrittore nato a Carfizzi – Complimenti a Lorenzo Adorisio anche per la straordinaria fotografia che mette in risalto la bellezza selvaggia della nostra Terra, la Calabria, e a tutti i talentuosissimi attori per la magnifica interpretazione. Grazie di cuore ad Alba Produzioni che ha creduto nel film e al distributore Videa». Nell’opera si presenta la Calabria degli anni ‘90, nella terra dell’emigrazione, dei valori, e del sapore del ritorno, dove al centro della narrazione vi è il rapporto tra un padre e un figlio, con quella voglia di emancipazione, tra luoghi dove il cielo, la terra e il mare sono vicini. Un film che sicuramente tornerà a far parlare di sè.

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