(VIDEO) Legalità partecipata, la Questura di Crotone apre ai giovani: protagonisti oggi, cittadini attivi domani

Panvino: “Un palazzo trasparente e un nuovo modello di sicurezza, dove i ragazzi fanno le domande e le istituzioni rispondono”

A cura di Redazione
16 dicembre 2025 12:35
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Legalità significa partecipazione, consapevolezza, protagonismo. Non essere spettatori passivi, ma cittadini attivi già nel presente. È questo il messaggio forte emerso dall’iniziativa promossa dalla Questura di Crotone, che ha aperto le proprie porte ai giovani, trasformando un luogo simbolo dello Stato non solo in presidio di sicurezza, ma in spazio di ascolto, dialogo e confronto.

Un incontro diretto, senza filtri, nel quale i ragazzi hanno potuto porre domande, esprimere curiosità e chiedere spiegazioni su come funzionano le istituzioni, su come si prevengono i fenomeni di illegalità anche attraverso il controllo della rete e su come nasce una notizia, partendo sempre dalla verifica delle fonti. A rispondere sono stati il Questore di Crotone Renato Panvino, il Prefetto Franca Ferraro, il Procuratore della Repubblica Domenico Guarascio e il direttore del Tg3 Calabria Riccardo Giacoia, ciascuno dal proprio punto di osservazione.

Al centro dell’incontro, il dialogo tra generazioni. Per il Vescovo di Crotone, i ragazzi non sono il futuro ma il presente: troppo spesso gli adulti parlano di loro, mentre è fondamentale che siano loro a parlare, a raccontarsi, a essere ascoltati.

Un concetto ribadito con forza dal Questore Renato Panvino, che ha spiegato come la Questura abbia scelto da tempo di aprirsi alla città. “La Questura è un palazzo trasparente, un luogo che consente a tutti di vedere ciò che si fa ogni giorno per la sicurezza e per la comunità. Questo è anche un momento di crescita per noi istituzioni, perché impariamo a comprendere un linguaggio diverso, quello dei giovani”. Un linguaggio che, ha sottolineato Panvino, non può più essere “cattedratico”, ma deve parlare la stessa lingua delle nuove generazioni, più dinamiche, preparate e capaci di muoversi con disinvoltura nella rete.

Nel dialogo con i ragazzi emerge un’idea nuova di sicurezza, che non si limita alla repressione dei reati. “Oggi i giovani hanno un ruolo fondamentale – ha spiegato Panvino – lo dicono i grandi esperti di sicurezza e lo dimostrano magistrati come Nicola Gratteri, che dedica il suo tempo a incontrare gli studenti nelle scuole”. Da qui la scelta di avviare un nuovo format: “I ragazzi sono protagonisti, fanno le loro domande e noi dobbiamo rispondere. Questo è un modello di sicurezza partecipata”.

Un progetto ambizioso, costruito insieme alle istituzioni e al mondo della cultura e dell’informazione. “Quando ne ho parlato con il Procuratore Guarascio, con il Vescovo, con il direttore della Rai e con il Prefetto, l’entusiasmo è stato immediato. In futuro parteciperanno anche altri giornalisti, scrittori, esponenti della Chiesa e imprenditori, perché la legalità ha molte facce”.

Nel suo intervento, il Questore ha voluto anche lanciare un messaggio di fiducia e responsabilità, citando Rosario Livatino: non saremo giudicati per quanto siamo stati credenti, ma per quanto saremo stati credibili. “È questa – ha concluso – l’immagine dello Stato che dobbiamo dare in una città complessa come Crotone, dove si sta facendo tanto per rialzare la testa e per dire ai giovani: restate e costruiamo insieme la Calabria di domani”.

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