Buon compleanno Rino, eterno cantautore

Crotone – C’è un legame che va oltre la musica tra la città di Crotone e Rino Gaetano. Un legame ritrovato e consolidato che si racconta in note, che si ritrova nelle canzoni canticchiate da intere ge...

A cura di Redazione
29 ottobre 2024 07:30
Buon compleanno Rino, eterno cantautore -
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Crotone – C’è un legame che va oltre la musica tra la città di Crotone e Rino Gaetano. Un legame ritrovato e consolidato che si racconta in note, che si ritrova nelle canzoni canticchiate da intere generazioni, brani che non muoiono mai. Crotone insomma, sta rendendo al suo concittadino quello che forse non gli ha mai reso: gratitudine e riconoscenza. Lo testimonia l’intento di far vivere nella memoria di tutti l’immenso patrimonio artistico lasciato dal “cappellaio matto” in eredità alla musica italiana. Il 29 ottobre Rino Gaetano avrebbe compiuto 74 anni. 

Nasce a Crotone il 29 ottobre 1950, a circa dieci anni si trasferisce con la famiglia a Roma. Studia e intanto coltiva le sue passioni, quella per la scrittura e quella per la musica. Rino è un talento, a volte incompreso, ma piace e convince chi di musica se ne intende. Inizia il suo successo, tra una strofa e l’altra, tra un giro alla chitarra e i suoi pungenti messaggi. Il cantautore in poco tempo fa della musica un’opposizione al sistema, con le sue note e la sua voce graffiante racconta l’amore, la vita, il sud, la sua terra, l’Italia. Rino il rivoluzionario, uno dei pochi cantautori che con ironia e schiettezza cantava pensieri che diventavano note, spaccati di storia vissuta che ancora oggi riecheggiano nelle case, nelle auto, nei locali e addirittura sui campi di calcio. Le sue canzoni, nonostante il passare degli anni, sono attuali e universali perchè parlano di ognuno di noi. Parlano del passato guardando già al domani nel momento in cui il cantante crotonese le ha composte, pensate, sognate, incise.

C’è l’Italia intera nei suoi brani il suo futuro e il suo presente e c’è anche Crotone. La città ha conosciuto forse troppo tardi il valore e il talento di questo straordinario cantautore, anzi, cantastorie della musica italiana. Ma proprio la sua città di origine, soprattutto negli ultimi anni, è tornata a rendergli il giusto tributo. Le sue canzoni sono ormai le colonne sonore della vita di quei crotonesi che come Rino vanno controcorrente, di quelli che credono nei sogni e vogliono realizzarli. E poi Rino finalmente vive nel ricordo storico.

Nel corso degli ultimi anni, Crotone ha deciso di omaggiare questo suo concittadino. Nei pressi dell’abitazione in cui è cresciuto è stata intitolata una piazza che ospita anche la sua statua. Quest’ultima attualmente si trova in Piazza Pitagora per via dei lavori che stanno interessando la Piscina Coni, e ritrae il cantautore con il suo inseparabile ukulele in mano, proprio come quando si presentò a Sanremo nel 1978. E proprio il suo strumento è oggi custodito in una teca realizzata appositamente dal maestro orafo crotonese Michele Affidato e posizionata nei locali della Lega Navale -Sezione di Crotone. Ma sono tante le opere che consolidano il rapporto tra Crotone e l’artista. Una sua immagine è stata affissa tre anni fa su una facciata di un edifico a Lampanaro, proprio all’ingresso della città. L’idea è stata lanciata dallo speaker ufficiale del Crotone Giovanni Monte e realizzata con l’aiuto di privati e la sensibilità del comitato Quartiere Lampanaro. Un’altra scritta è invece apposta sullo stadio comunale Ezio Scida. Negli ultimi anni poi si è fatto molto di più.

Nel quartiere 300 alloggi Jorit ha realizzato un grande murale con la faccia del cappellaio matto e in due strade del centro cittadino sono state installate le luminarie con le frasi di due brani da lui cantati. Rino, in fondo, è un esempio, è un crotonese che ce l’ha fatta, che ha creduto nei suoi sogni. La sua storia musicale ci insegna che l’amore per la propria terra non sparisce nonostante i chilometri di distanza. E chissà quante canzoni avrà scritto Rino pensando al nostro mare, pensando ai colori e alla bellezza di Capocolonna. In molti definiscono la sua musica eterna, e forse è la parola che meglio racchiude l’immensità culturale e sociale dei suoi dischi.

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