Calabria, sanità in bilico: il privato avanza e il pubblico arretra

Tra carenze strutturali, ritardi e ricorso crescente ai privati, la Calabria rischia un sistema sempre meno universale

A cura di Redazione
27 novembre 2025 07:30
Calabria, sanità in bilico: il privato avanza e il pubblico arretra -
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Calabria - Nel 2023, ultimo dato disponibile della Ragioneria Generale dello Stato, la quota di spesa pubblica destinata al privato convenzionato in Calabria è pari al 18,9%, a fronte di una media nazionale del 20,3%. Un dato che evidenzia come, pur con una percentuale leggermente inferiore rispetto al resto del Paese, il ruolo del privato all’interno del sistema sanitario regionale resti significativo.

Un sistema sanitario regionale in difficoltà

La distribuzione delle risorse riflette l’equilibrio tra il fabbisogno di servizi, le carenze di personale e l’esigenza di garantire continuità assistenziale. In Calabria, dove il sistema sanitario soffre da anni di criticità strutturali, il ricorso al privato convenzionato continua a rappresentare una componente fondamentale per assicurare prestazioni che il pubblico, da solo, fatica a garantire con tempestività e uniformità sul territorio.

Confronto con la media nazionale

Il confronto con il dato italiano mostra che la Calabria mantiene un profilo di spesa sostanzialmente allineato alla media nazionale, pur registrando un lieve scostamento verso il basso. Tale valore va letto anche in relazione ai processi di riorganizzazione in corso e agli interventi destinati a potenziare la sanità pubblica attraverso assunzioni, investimenti infrastrutturali e fondi PNRR.

Una sfida di programmazione per il futuro

La programmazione resta la vera sfida dei prossimi anni: trovare un equilibrio efficace tra servizi pubblici e privati sarà fondamentale per garantire qualità, accessibilità e appropriatezza delle cure ai cittadini calabresi.

L’analisi GIMBE: “La privatizzazione è già realtà”

«Non serve cercare un piano occulto di smantellamento del Servizio Sanitario Nazionale: basta leggere i numeri per capire che la privatizzazione della sanità pubblica è già una triste realtà». Con queste parole Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE, apre la sua relazione al 20° Forum Risk Management di Arezzo, presentando un’analisi indipendente sull’ecosistema dei soggetti privati in sanità e sulla privatizzazione strisciante del SSN.

Chi incassa la spesa sanitaria privata

L’analisi mostra che l’indebolimento della sanità pubblica ha favorito l’espansione di una pluralità di attori privati, non limitati alle sole strutture accreditate. Secondo i dati del Sistema Tessera Sanitaria, nel 2023 i 43 miliardi di spesa sanitaria privata sono stati così ripartiti: 12,1 miliardi alle farmacie;

  • 10,6 miliardi ai professionisti sanitari di cui 5,8 miliardi agli odontoiatri 2,6 miliardi ai medici

  • 7,6 miliardi alle strutture private accreditate

  • 7,2 miliardi al privato “puro” (strutture non accreditate)

  • 2,2 miliardi alle strutture pubbliche per libera professione e altre attività

Un’uscita progressiva dal perimetro pubblico

«Questi numeri – osserva Cartabellotta – mostrano chiaramente che la privatizzazione della spesa sta portando i cittadini a uscire progressivamente dal perimetro delle tutele pubbliche, acquistando direttamente sul mercato le prestazioni necessarie».

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