Capocolonna, oro, bronzi e rituali: alla scoperta dei nuovi reperti archeologici

I crotonesi hanno potuto ammirare dal vivo i tesori emersi nel santuario di Era Lacinia e i lavori di scavo in corso

A cura di Redazione
17 novembre 2025 07:00
Capocolonna, oro, bronzi e rituali: alla scoperta dei nuovi reperti archeologici -
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Sabato pomeriggio, Capocolonna ha aperto le porte al pubblico per un percorso guidato tra gli scavi archeologici in corso, offrendo ai visitatori la possibilità di toccare con mano la storia antica della città di Crotone. L’iniziativa, promossa dal Parco archeologico di Crotone e Sibari, ha visto la partecipazione di numerosi cittadini curiosi, studenti e appassionati di archeologia.

Filippo Demma, direttore dei parchi archeologici di Grotone e Sibari, ha accompagnato il pubblico nella zona dell’edificio B, già parzialmente indagato in campagne precedenti. «Abbiamo rinvenuto un ulteriore deposito votivo in corrispondenza delle fondazioni – ha spiegato Demma – collegato ideologicamente alla fase di costruzione dell’edificio, e che ci fornirà informazioni preziose sul culto praticato in questo settore del santuario».

Tra i reperti più significativi rinvenuti, il direttore ha citato: la testa di un serpente in oro, diversi monili metallici in bronzo, un felino di bronzo probabilmente parte della decorazione di uno specchio o di un vaso antico, elementi votivi in terracotta, frammenti di ceramica dipinta e figurine votive. «Questi reperti non sono solo preziosi dal punto di vista artistico – ha aggiunto Demma – ma ci aiutano a comprendere i riti e le pratiche religiose dei nostri antenati, oltre a fornire indicazioni cronologiche fondamentali per la datazione delle strutture».

Il pubblico ha poi potuto esplorare il settore meridionale, dove gli scavi dello scorso anno avevano già rivelato un piccolo edificio e un altare databili al III secolo a.C. «Abbiamo documentato anche la sistemazione monumentale del banco di Travertino, modellato a forma di scalinata con due guance – ha spiegato Demma – un elemento architettonico di grande interesse per comprendere la strutturazione degli spazi e delle quote all’interno del santuario».

Michele Silani, ricercatore dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, ha ricordato l’importanza delle scoperte per la comprensione della storia di Crotone. «Scavare in questo settore ci permette di osservare come il santuario sia stato frequentato nel corso dei secoli, avvicinandoci a periodi che precedono l’arrivo di Annibale e dei Romani. Abbiamo trovato materiali in giacitura primaria che ci indicano rituali di fondazione e pratiche votive risalenti anche alla metà del VI secolo a.C.».

Silani ha anche citato la collaborazione tra università e parco archeologico: «Lavorare insieme ci permette di comprendere meglio la fisionomia del santuario, dal Grande Tempio A fino al settore meridionale, e di valorizzare reperti e strutture poco conosciute fino a oggi».

Il museo di Capocolonna è quasi pronto ad accogliere il pubblico, con l’allestimento completato e l’installazione degli schermi multimediali prevista entro la fine del mese. L’apertura ufficiale sarà accompagnata da una visita del ministro Giulio, non appena sarà comunicata la data.

Demma ha concluso sottolineando l’importanza del sito: «Capocolonna non è solo un luogo cruciale per l’identità crotonese e il turismo, ma un sito di rilevanza globale, dove nacque e si sviluppò parte della cultura occidentale. Qui si incontravano Pitagora, le città greche dell’Italia meridionale, e avvenivano decisioni di pace, guerra e alleanze. Crotone deve essere orgogliosa di avere ospitato una parte delle radici della cultura occidentale».

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