Cataldo Calabretta (Sorical): «Solo reti efficienti e cittadini consapevoli possono salvare il sistema idrico in Calabria»
Dalla liquidazione alla riforma del servizio: Sorical guida la svolta pubblica in Calabria tra investimenti su reti, gestione diretta e campagne di sensibilizzazione.

Calabria - Gestire in modo efficiente l’acqua non è soltanto una questione tecnica, ma una sfida ambientale, sociale e culturale. In Calabria, questa sfida è ancora più complessa a causa di una rete idrica fragile e un uso non sempre consapevole della risorsa. Con l’arrivo dell’estate, il problema diventa ancora più serio. Abbiamo intervistato l'amministratore unico di Sorical, Cataldo Calabretta. L' ente ha finalmente ottenuto la titolarità del Servizio Idrico Integrato in Calabria, avviando una riforma strutturale attesa da più di 30 anni.
Con lui i temi più urgenti legati alla gestione dell’acqua nella nostra regione: dalle criticità estive alla necessità di razionamenti, fino agli investimenti infrastrutturali in atto e al coinvolgimento della cittadinanza.
Qual è al momento lo stato delle risorse idriche in Calabria? Siamo già in una situazione di allerta?
Come ogni anno a giugno registriamo consumi record d’acqua potabile legati prevalentemente agli usi impropri. Soprattutto nelle zone costiere, l’apertura delle case estive, il riempimento di piscine private e delle strutture turistiche senza una preventiva regolamentazione, scompensano le reti idriche e svuotano i serbatoi. Per riequilibrare le reti e gli accumuli spesso c’è bisogno di diversi giorni se non addirittura di settimane. Poi con il caldo torrido, parte dell’acqua potabile viene utilizzata per annaffiare i giardini e i piccoli orti e tutto ciò contribuisce ad avere meno risorsa idrica nei serbatoi.
L’arrivo dell’estate e l’aumento dei consumi preoccupano i cittadini: possiamo aspettarci razionamenti o interruzioni nelle forniture idriche in alcune aree della regione?
L’acqua è una risorsa che va preservata. Tutti i maggiori organismi internazionali, tra cui l’Onu, illustrando le linea guida per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, ambiscono al raggiungimento di un consumo responsabile delle risorse idriche ma anche ad ottimizzare la distribuzione di acqua potabile e ad incrementare la partecipazione delle comunità locali nel miglioramento della gestione dell’acqua. In Calabria in tanti si lamentano perché la sera viene interrotta l’erogazione. Se non si facessero queste manovre, al mattino non ci sarebbe abbastanza acqua per farsi la doccia, lavarsi e cucinare. Spesso le chiusure sono necessarie perché le reti idriche non funzionano in modo corretto e si abbassa la pressione in rete quando gli accumuli sono al minimo. Quindi avere serbatoi pieni al mattino è la condizioni necessaria per erogare l’acqua a tutti. Se non si interviene sulle reti eliminando le perdite e riequilibrandole, il problema non si risolverà.
Quali interventi sta mettendo in campo Sorical per prevenire o gestire l’emergenza idrica, soprattutto nelle zone notoriamente più fragili come quelle del crotonese?
L’emergenza idrica del crotonese è legata prevalentemente al calo di produzione dell’acquedotto Lese. Mentre la città di Crotone, grazie ai laghi Silani, non ha gravi problemi, quei pochi sono relativi all’insufficienza di accumuli, cioè serbatoi al servizio della città. Il nostro piano di investimenti prevede il potenziamento dell’Ipot Neto e la possibilità di aumentare la dotazione idrica nella parte a sud della Provincia di Crotone, fino a Isola Capo Rizzuto, attraverso l’interconnessione tra acquedotti. Sorical ha avuto molto rispetto per il territorio crotonese e sopratutto per la città di Crotone, nonostante le storture del passato e i contenziosi in essere. Quando mi sono insediato è stato proprio quello crotonese uno dei dossier più spinosi che mi è stato rappresentato. Oggi gestiamo direttamente il servizio in città e in altri comuni della provincia e abbiamo salvaguardato i lavoratori di questo settore. Oggi sono dipendenti Sorical. L’impegno per rendere il servizio nel crotonese efficace è notevole, e sono già in corso interventi per efficentare reti, infrastrutture ed impianti.
Che ruolo gioca la cittadinanza in tutto questo? È prevista una campagna di sensibilizzazione per un uso più responsabile dell’acqua da parte dei cittadini?
Da tempo sensibilizziamo i cittadini ad un uso equilibrato della risorsa. L’approccio è culturale, far cambiare le cattive abitudini non è semplice, pensi alle persone anziane che ancora raffrescano i marciapiedi o le terrazze con l’acqua potabile.
Come immagina la Calabria fra 10 anni in termini di gestione idrica?
Sono in corso investimenti in 80 comuni per oltre 120 milioni di euro per rifare le reti idriche; altri 51 milioni per migliorare gli acquedotti. Quando questi progetti saranno ultimati si vedranno i risultati dove vivono il 70% dei calabresi. In pochi anni stiamo recuperando decenni di ritardi e di risorse sprecate. Finalmente in Calabria si è partiti con un approccio industriale nella gestione del servizio idrico.
V. R.