Commemorazione dei Defunti a Crotone, l’Arcivescovo Torriani: “Ricordare è custodire la vita”
Nel suo intervento l’Arcivescovo Torriani ha citato l’“Antologia di Spoon River”: “Ci vuole la vita per amare la Vita”.
Come da tradizione, tra il primo e il due novembre i cimiteri si riempiono di fiori e silenzi, di passi lenti e preghiere sussurrate. A Crotone, in occasione della Commemorazione dei Defunti, la comunità si è ritrovata al Cimitero cittadino per la celebrazione della Santa Messa, presieduta dall’Arcivescovo di Crotone-Santa Severina, monsignor Alberto Torriani, davanti alla Cappella “Luigi Berlingieri”.
Un momento di raccoglimento, ricordando chi non c'è più. Ma non come un gesto freddo, ha detto il presule. “Veniamo tra queste tombe come chi rientra in una casa – sono le sue parole –. I nomi incisi nella pietra ci consegnano una storia, ma la loro memoria è custodita nel cuore di Dio”.
Nelle sue parole, la promessa del Vangelo che dona senso alla speranza cristiana: “Questa è la volontà del Padre: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giorno” . Non un giudice, ma una porta che si apre: “Chi viene a me, non lo caccerò fuori”
L'Arcivescovo Torriani ha richiamato anche un verso poetico tratto dall’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters: «Ci vuole la vita per amare la Vita». Un verso che, ha spiegato, racchiude una sapienza profonda.
“La memoria dei nostri defunti non ci trascina indietro, ma ci spinge avanti. Non sono un peso, ma una risorsa che educa. Dal modo in cui hanno amato e perdonato impariamo la grammatica della speranza”, ha detto l’Arcivescovo, invitando a trasformare il ricordo in impegno: una riconciliazione cercata, una parola gentile, così come un gesto di giustizia.
“La morte non ha l’ultima parola – ha concluso – La speranza cristiana non cancella le lacrime, ma le orienta: piangiamo guardando avanti, perché siamo nelle mani di Chi custodisce e rialza.” E così, tra i viali silenziosi del Cimitero, le parole dell’Arcivescovo hanno risuonato forte: “Non lo perderò… lo risusciterò”.
Danilo Ruberto
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