Cretella: “Un commissariamento danneggerebbe Crotone, serve continuità amministrativa e senso di responsabilità”
Il reggente Sandro Cretella invita alla riflessione dopo le dimissioni del sindaco: “In gioco ci sono oltre 150 milioni di euro di progetti, fermarsi ora sarebbe un danno per la città”
 
                                                    Il sindaco di Crotone ha ancora diciassette giorni di tempo per decidere se confermare o ritirare le proprie dimissioni. Nel frattempo, le preoccupazioni per un possibile commissariamento si fanno sempre più concrete, con il timore che l’arrivo di un commissario possa rallentare o bloccare l’iter amministrativo di numerosi progetti e cantieri in corso. A fare il punto è il reggente Sandro Cretella, che in questa fase sta garantendo la continuità delle funzioni amministrative.
“Per il rapporto più personale che politico, ci sentiamo costantemente – ha spiegato Cretella –. È chiaro che il sindaco, essendo dimissionario, al momento non ha alcun ruolo né presenza qui nel palazzo del Comune. Credo che debba essere anteposto, al di là del fatto che lui stesso si sia autocondannato per quanto è accaduto, un momento di riflessione, e mi pare che stiano emergendo anche primi contributi in questo senso, sul senso di responsabilità che deve ispirare ogni valutazione.”
Cretella richiama l’attenzione sul peso delle conseguenze amministrative di un eventuale commissariamento: “In questo momento storico ci sono interventi in itinere e ancora programmazione di risorse per oltre 150 milioni di euro in progetti vigenti: PNRR, Rigenerazione urbana, Agenda Urbana, Antica Kroton. Solo l’idea che questa massa di attività e risorse da spendere possa essere gestita da un commissario è preoccupante. Dal 17 novembre, se le dimissioni venissero confermate, potremmo ritrovarci in uno scenario che danneggerebbe pesantemente la città. Non perché manchi fiducia nelle professionalità messe in campo dalle Prefetture, ma perché abbiamo già visto nel 2019 cosa significa un commissariamento.”
“Un commissario – ha aggiunto – sostituirebbe un Consiglio comunale di 32 membri e una giunta di 10 persone che ogni giorno lavorano intensamente, con un organo monocratico che assumerebbe tutte le funzioni. Anche il più dotato dei commissari non potrebbe sopperire al bisogno di un’amministrazione in carica, capace di portare avanti un metodo di lavoro ormai consolidato. La nostra macchina burocratica è stata riorganizzata e oggi segue processi che verrebbero inevitabilmente stravolti da un cambiamento di questo tipo.”
Il reggente conclude con un appello alla responsabilità e alla continuità amministrativa: “La mia riflessione personale è che si debba ragionare in questa direzione. Negli ultimi cinque anni, forse, in alcune occasioni il Consiglio comunale e l’amministrazione non hanno sempre dato prova dei principi ai quali mi riferivo nell’ultima seduta. Tuttavia, ciò non significa che non ci sia un’idea alta dell’istituzione. Le dimissioni del sindaco, anzi, ne rappresentano la prova, perché sono un gesto di rispetto verso l’istituzione stessa. È vero - conclude - ci sono state intemperanze e qualche eccesso di troppo che hanno offuscato l’immagine del Comune, ma ora è il momento di recuperare e di dimostrare senso di responsabilità.”
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