Crotone - Al Liceo Gravina non mancano le aule, manca un edificio che si attende da oltre 60 anni
Nel Liceo per far posto agli studenti, si smantellano i laboratori. Il dirigente: «La scuola è un' eccellenza nazionale ma senza spazi adeguati»

Crotone - Al Gravina non mancano aule: manca un istituto che l'utenza e il personale aspetta da oltre 60 anni. Non mancano studenti, non manca la qualità dell'offerta formativa – riconosciuta a livello nazionale – ma a mancare è una scuola vera.
È un paradosso che si trascina da oltre 60 anni, e che ogni anno scolastico si ripresenta puntuale. A ribadirlo con chiarezza è il dirigente scolastico Antonio Santoro, che conosce bene questa scuola: l’ha frequentata da studente, ora la guida da dirigente. E ogni anno porta sulle spalle il peso di un’organizzazione diventata, ormai, una prassi.
«Siamo alle solite – commenta con amarezza – stiamo continuando a scrivere, a martellare anche a livello ministeriale. Abbiamo attivato un dialogo costante con il Ministero, l’ATP, l’USR, gli uffici scolastici provinciali e regionali. Ma la realtà non cambia: siamo un caso eclatante, una scuola eccellente, ma senza spazi adeguati per fare attività didattica come si deve».
Nel Liceo Gravina, per far posto agli studenti, si smantellano i laboratori. Le attività finanziate dal PNRR, pensate per innovare la didattica, vengono sacrificate per garantire un’aula a ogni classe. La palestra della sede centrale? Chiusa. Diventerà un deposito per gli arredi delle aule “ricavate”.
«Abbiamo dovuto eliminare spazi fondamentali per l’attività laboratoriale, proprio quella finanziata con i fondi del PNRR. E tutto questo perché non abbiamo un edificio adeguato. Questa non è scuola. Non è fare didattica», denuncia Santoro.
Il Gravina è l’unico liceo della provincia a offrire gli indirizzi di Scienze umane, Liceo Musicale e Liceo Economico Sociale. Eppure, nonostante il calo demografico, continua a crescere in iscrizioni. Una scuola che non solo funziona, ma eccelle: «L’offerta del Gravina è unica sul territorio, eppure continuiamo ad essere ignorati».
Il preside cita anche l’Articolo 3 della Costituzione, quello che assegna alla Repubblica il compito di rimuovere gli ostacoli economici e sociali che impediscono lo sviluppo della persona umana.
«Se questo non è un ostacolo, allora cosa lo è? – chiede – L’istruzione è la leva principale per risollevare questo territorio. Ma se non si garantiscono nemmeno gli spazi minimi per la didattica, si tradisce il senso stesso della scuola pubblica».
E il nuovo istituto? Il progetto è fermo al palo. Nel 2024 si era tenuta perfino una presentazione ufficiale al Museo di Pitagora. Presenti anche rappresentanti della Provincia e della Regione, coinvolti gli studenti, firmato un protocollo d’intesa.
«I ragazzi continuano a fare lezione nell’ex clinica San Francesco, un luogo che prima ospitava il Geometra. Se non andava bene per una scuola, perché dovrebbe andare bene per un liceo come il nostro? Sono domande a cui non sappiamo più rispondere. E intanto insegniamo educazione civica».
Santoro chiede assunzione di responsabilità, fatti concreti e un confronto con le istituzioni: «Ho chiesto un incontro con l’ente intermedio per discutere del problema spazi e dell’assegnazione di una sede. Ma finché questo non diventerà un problema che scuote le coscienze, sarà tutto inutile. Bisogna mettere con le spalle al muro chi racconta frottole».
V.R.