Crotone - Gli angeli del mare in azione: salvati 42 migranti da naufragio certo
Crotone – Nella serata di giovedì scorso, la motovedetta della Guardia costiera della Capitaneria di Porto di Crotone, intorno alle 19, viene allertata per un soccorso ad una imbarcazione di migranti,...

Crotone – Nella serata di giovedì scorso, la motovedetta della Guardia costiera della Capitaneria di Porto di Crotone, intorno alle 19, viene allertata per un soccorso ad una imbarcazione di migranti, in quel momento a circa 120 miglia di distanza dalla costa di Capo Rizzuto, dopo circa dieci minuti la motovedetta riceve l’ordine di mollare gli ormeggi e di andare in soccorso.
A bordo ci sono i marescialli Milito e Arcidiacone, e i due sottocapi di lunga esperienza Fienga e Marrazzo, oltre al personale medico e all’interprete.
Il mare è brutto, c’è vento da sud, vento forte con onde alte, vento e onde che a Crotone conosciamo bene.
Tempo di navigazione per intercettare l’imbarcazione di migranti è di 5 ore. Ma la situazione peggiora. Da un mare forza due si passa ad uno forza cinque, le onde sono altissime, la motovedetta della Guardia Costiera si trova davanti veri e propri muri d’acqua. La navigazione è difficile, le condizioni del mare non si attenuano, la difficoltà a bordo si comincia a sentire. Dopo la mezzanotte, ma soprattutto dopo cinque ore di navigazione in mare agitato, finalmente, riescono a raggiungere l’imbarcazione di migranti, è una barca a vela con a bordo 42 persone, scortata da due navi mercantili presenti in zona.
Cominciano i primi tentativi di abbordaggio ma il mare e il meteo non consente di affiancare le due imbarcazioni. La tensione è alle stelle.
La barca a vela dei migrnati è in completa balia delle onde. Vanno portati a bordo il prima possibile per evitare un’altra strage come Steccato.
La Guardia costiera prova più e più volte ad abbordare ma ogni tentativo risulta vano, fino a quando non trovano modo di rifuggiare le due imbarcazioni dietro una delle navi mercantili. A quel punto si comincia a portare i migranti a bordo, ma nemmeno questa operazione è facile. Ci sono donne e bambini e non si può rischiare che qualcuno cada in acqua. Con quel mare e quelle condizioni meteo sarebbe morte certa. Le operazioni continuano con tanta fatica e a rilento, un papà che aveva intrapreso il viaggio con il suo figlioletto, preso dal panico, prova a lanciare il bambino a bordo della’imbarcazione della Guardia costiera, ma solo grazie all’intervento del maresciallo Arcidiacone, che con una mano si aggrappa alla motovedetta e con l’altra acchiappa al volo il bambino, si riesce ad evitare il dramma.
Dopo tre ore di lavoro, i 42 migranti sono al sicuro sulla motovedetta della Capitaneria. Ma il diavolo come si sa ci mette la coda. I moroti di bordo non si accendono: c’è un’avaria ai propulsori. Dopo qualche minuto e grazie alla bravura dei motoristi, uno dei due motori riesce a ripartire, ma con un solo motore ed un mare in quelle condizioni si naviga male e anche la Motovedetta è costretta a lanciare il suo “mayday”. Alla 8 di mattina, con il mare che non dà tregua, la motovedetta viene raggiunta da un’altra imbarcazione della Guardia Costiera sulla quale, sempre con molta fatica, vengono trasferiti i 42 migranti che vengono portati al sicuro in porto. La motovedetta del maresciallo Milito riesce a rientrare in porto soltanto alle 15, dopo ben venti ore di navigazione, con un equipaggio sfinito ma contento di aver, per un altro giorno, salvato vite umane.
I nostri angeli del mare, con le loro divise bianche, anche questa volta hanno fatto più del proprio dovere, hanno messo le proprie vite in pericolo per salvarne altre, senza di loro oggi avremmo dovuto raccontare un’altra Steccato di Cutro.
Gianfranco Turino