Crotone: "I cittadini si mobilitino per il Castello. Le istituzioni? Sanno tutto loro"

Crotone – L’invito, nel secondo sit in ai piedi del portone del Castello Carlo V di Crotone, è “un passaggio di testimone” poichè “sono quarant’anni che ci ritroviamo sempre gli stessi a protestare pe...

A cura di Redazione
29 gennaio 2022 11:20
Crotone: "I cittadini si mobilitino per il Castello. Le istituzioni? Sanno tutto loro" -
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Crotone – L’invito, nel secondo sit in ai piedi del portone del Castello Carlo V di Crotone, è “un passaggio di testimone” poichè “sono quarant’anni che ci ritroviamo sempre gli stessi a protestare per il bene pubblico, come oggi è la riapertura della fortezza, ma non abbiamo un passaggio di testimone“, come ci ha detto stamane Pino De Lucia, cooperativa Agorà Kroton.

E c’erano liberi cittadini ed associazioni questa mattina, in una fredda e ventosa giornata di vento, ad illustrare tramite delle stampe l’interno del “Castello che non c’è”, che custodisce silenzioso il museo civico e la biblioteca comunale, in una città che “tende a chiudere tutto, ma i politici prima di entrare in comune sanno tutto loro, una volta che assumono gli incarichi sembra che vogliano rimandare le cose”, facendo riferimento alle dichiarazioni del sindaco Voce, in una commissione consiliare, il quale ha annunciato la bonifica del Castello tra due anni “quando si potrebbe pensare a qualcosa di parziale, in attesa della bonifica”, replica De Lucia.

Un tempo proprio piazza Castello e la fortezza stessa erano luogo di gioco e di svago di molti bambini oggi adulti: “Vi è il segnale che in questa città non si riesce a fare nulla”, se si pensa, ha aggiunto, ai fondi che stanno arrivando, e che molti sono già arrivati, come Antica Kroton, il Pnrr e i Cis: “c’è la possibilità di rifare in questa città, ma quando arrivano i finanziamenti sembra che le cose si blocchino“, colpa di una città individualista, continua come un fiume in piena De Lucia, pregna di individualismo personale e questo succede  nel sociale, nel pubblico come nelle imprese: “Sono disperato, ho sognato negli anni ’70 il rinnovo di questa città ma alla pensione ritrovo questa città peggio di prima”.

Oggi chi protesta si senza in minoranza da quarant’anni, sulle questioni ambientali, sulla chiusura delle fabbriche e del sociale, “ma siamo sempre gli stessi”.  Intanto alle autorità competenti vengono chieste risposte per sollecitare a trovare soluzioni per la fruibilità della fortezza diventata “luogo del rimpianto, del rammarico e dell’abbandono“, ha aggiunto il cittadino Giovanni Cizza: “Un castello del genere non tutti possono vantarlo, e in altre zone d’Italia il Castello è valorizzato anche dal punto di vista economico, oltre che economico. Quindi – ha concluso – richiamo l’attenzione dei miei concittadini ad una ribellione di coscienza, staccatevi dall’apatia, fate sentire la vostre voce, più siamo e più possiamo raggiungere l’obiettivo della riapertura di questo bene pubblico”. L’appuntamento è fissato a sabato prossimo, alle ore 10,00, per il terzo e penultimo sit in.

Danilo Ruberto

 

 

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