Crotone - I fuochi dell'Enichem: 31 anni fa la notte dell'orgoglio crotonese

Crotone – Era il 6 settembre 1993, molti crotonesi, con un inconsapevole appuntamento, si ritrovarono sul cavalcavia nord della città. Davanti a loro un esercito di poliziotti in assetto antisommossa...

A cura di Redazione
06 settembre 2024 08:59
Crotone - I  fuochi dell'Enichem: 31 anni fa la notte dell'orgoglio crotonese -
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Crotone – Era il 6 settembre 1993, molti crotonesi, con un inconsapevole appuntamento, si ritrovarono sul cavalcavia nord della città. Davanti a loro un esercito di poliziotti in assetto antisommossa li divideva dai propri cari: padri, parenti e amici, i lavoratori dell’Enichem, l’ex Montedison asserragliati per protesta all’interno dello stabilimento.

Quella serata scura ad un certo punto, quasi all’improvviso, si illuminò di uno strano arancione, ed un fumo grigio invase il cielo.
La rabbia scoppiò e i bidoni con il fosforo, messi “a guardia” dei cancelli, presero fuoco. Era il 6 settembre 1993, quando i fuochi dell’Enichem accesero la passione di un popolo che non voleva rassegnarsi ad destino avverso.

Sono passati 31 anni da quell’evento. La passione e l’ardore di quei fuochi che rappresentavano anche l’animo dei manifestanti e dei cittadini che sostenevano la causa hanno segnato la storia economica della città che, come sottolinea chi quella sera era presente, da quel giorno sta ancora cercando una nuova identità.

Sui binari in protesta, creando una cortina, anche le donne di Crotone, mogli e figli degli operai, bloccando la stazione ferroviaria, simbolo di una lotta che non c’è più. Sono le donne del 1993, in un’immagine storica ed irripetibile. Il 6 settembre Crotone dovrebbe celebrare una delle date che hanno fatto la storia della città, una giornata che dovrebbe ricordare ad ogni singolo abitante di questo territorio che l’orgoglio è un qualcosa che brucia, e gli scatti di orgoglio sono sinonimo di voglia di vita, di fame di futuro. Il 6 settembre dovrebbe essere la “giornata dell’orgoglio crotonese”.

In quelle fabbriche, in quei resti di un passato industriale, tra quelle mura disabitate, le braci dei Fuochi dell’Enichem ardono ancora e ci ricordano che la storia non si può cancellare.

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