Crotone - medicina nucleare ancora chiusa, Vivere Sorridendo: «Pronti ad azioni eclatanti»

Crotone – «La gente continua a morire di cancro fra mille difficoltà per curarsi. Mancano strutture e mezzi idonei a fare importanti esami diagnostici strumentali. Chi può, parte per fare PET e quant’...

A cura di Redazione
02 settembre 2024 07:30
Crotone - medicina nucleare ancora chiusa, Vivere Sorridendo: «Pronti ad azioni eclatanti» -
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Crotone – «La gente continua a morire di cancro fra mille difficoltà per curarsi. Mancano strutture e mezzi idonei a fare importanti esami diagnostici strumentali. Chi può, parte per fare PET e quant’altro fuori provincia o addirittura fuori regione. Molti anziani e famiglie povere non possono farlo». L’associazione Vivere Sorridendo lancia un nuovo grido di allarme.

Il reparto di Medicina Nucleare al San Giovanni di Dio di Crotone è chiuso dal 2019, da cinque anni i pazienti che hanno necessità di determinate prestazioni, spesso salvavita, devono fare i conti con i cosiddetti viaggi della speranza e con spese cospicue che derivano dall’evidente mal funzionamento della sanità pubblica. Eppure proprio nel 2019 era stato annunciato l’ampliamento e la ristrutturazione degli spazi, il reparto però non è mai tornato in funzione.

E quello dei giorni scorsi non è di certo il primo appello dell’associazione: «Nonostante i solleciti tramite pec, stampa e sit-in – spiega il presidente Giovanni Marsala – non solo non abbiamo avuto risposta, ma non abbiamo avuto al nostro fianco né l’Azienda sanitaria provinciale né gli esponenti politici, né le istituzioni locali. Non capiamo questo silenzio. La sanità pubblica deve essere garantita perché non tutti hanno la possibilità di spostarsi per curarsi. Crotone è tra le province con il più alto numero di patologie oncologiche ed è per questo che siamo pronti ad azioni eclatanti per difendere il diritto alla salute e alla cura di tutti». Ed effettivamente sono proprio i numeri a spingere i cittadini a chiedere risposte e soprattutto prestazioni necessarie. Il rapporto Sentieri (Studio epidemiologico nazionale su territori e insediamenti a rischio esposizione), pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità, fotografa una situazione preoccupante nella nostra provincia.

Il sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica permanente delle comunità che risiedono in prossimità delle principali aree inquinate sul territorio italiano, indica su Crotone «un eccesso di rischio in entrambi i generi per la mortalità generale e per tutti i tumori maligni. Eccesso di rischio nelle sole femmine con stima incerta per le malattie dell’apparato digerente». Non solo, nello studio si legge ancora che «la mortalità per cause con evidenza a priori di associazione con le fonti di esposizioni ambientali risulta in eccesso in entrambi i generi per il tumore del fegato e dei dotti intraepatici. Nei soli maschi viene rilevato un eccesso di rischio per il tumore dello stomaco, i linfomi non Hodkin e il tumore della vescica, quest’ultima con stima incerta. Nelle sole femmine eccesso di rischio per il tumore della mammella». Nonostante ciò, nonostante gli studi, le percentuali e anche quello che si vive quotidianamente sul territorio, ancora oggi quel reparto non è aperto al pubblico, ancora oggi, i malati oncologici e tanti altri utenti, non possono sempre curarsi nella propria città.
V. R.

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