Crotone - Piscina chiusa e diritto allo sport in apnea
Mentre la nuova Piscina “Coni” prende forma, due impianti natatori già esistenti non sono, attualmente, fruibili
Crotone - La piscina olimpionica di Crotone chiude i battenti, e con essa svanisce uno dei principali punti di riferimento per gli atleti e per tutti gli appassionati di nuoto della città. La comunicazione divulgata con una nota stampa dalla Rari Nantes, nella giornata di ieri, ha acceso il dibattito soprattutto sui social. Una vicenda, quella legata all'impianto, che tiene banco ormai da mesi con un rimbalzo di responsabilità da parte delle due società sportive che gestivano l'impianto: la Rari Nantes Auditore, per l'appunto e la Kroton Nuoto. Al di là degli aspetti personali tra le parti, a pagarne le spese sono stati, sono e saranno, soprattutto i ragazzi e le famiglie con soggetti fragili (LEGGI QUI). Nonostante l’intervento del Comune, che ha avviato un procedimento di risoluzione in danno nei confronti del concessionario, al momento non emergono soluzioni concrete per riaprire la struttura.
Come gà evidenziato, a pagare il prezzo più alto sono gli sportivi, che vedono compromessi mesi di allenamenti e programmi agonistici ma anche tuttti i cittadini che hanno sottoscritto un abbonamento. Un’amara realtà, considerando che il diritto allo sport, sancito dalla Costituzione, dovrebbe essere garantito come un diritto sacrosanto. La situazione diventa ancora più critica se si considera che un’altra piscina, la Pertini, di competenza provinciale, versa in stato di abbandono da tempo e non è utilizzabile. Così, a Crotone, al momento, due impianti natatori su tre restano chiusi, privando la città di importanti spazi per la pratica sportiva.
Intanto, proseguono i lavori per la nuova Piscina “Coni”, un progetto atteso da anni. Ma le incertezze sulla futura gestione della struttura e le esperienze negative del passato alimentano dubbi tra i cittadini e gli atleti: ci sarà finalmente una svolta per lo sport crotonese, o le vecchie problematiche si ripeteranno? Tra attese, polemiche e speranze, la comunità resta in apnea, in attesa di segnali concreti che restituiscano dignità e continuità alla pratica natatoria in città.
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