Crotone - Un pranzo d'amore nella casa circondariale

Crotone – Non è stato solo un pranzo quello promosso presso la Casa Circondariale di Crotone, da Prison Fellowship Italia Onlus e dalla direzione dell’istituto penitenziario in collaborazione con il...

A cura di Redazione
25 dicembre 2024 08:00
Crotone - Un pranzo d'amore nella casa circondariale -
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Crotone – Non è stato solo un pranzo quello promosso presso la Casa Circondariale di Crotone, da Prison Fellowship Italia Onlus e dalla direzione dell’istituto penitenziario in collaborazione con il Movimento ecclesiale Rinnovamento dello Spirito Santo e Fondazione Alleanza del Rinnovamento dello Spirito, ma è stata una grande festa di condivisione e gioia. Una giornata, quella de “L’Altra Cucina per un pranzo d’amore” intensa, vissuta dagli ospiti della casa circondariale ma anche da chi è stato coinvolto in questo progetto che ogni anno porta nelle carceri sentimenti di amicizia e di normalità. L’iniziativa, che si è svolta in 44 carceri italiane, ha avuto inizio con una santa messa, poi momenti di musica con Vittorio Rocca e Cecè Barretta che hanno fatto ballare e divertire proprio tutti. Intanto in cucina lo chef Ercole Villirillo insieme al suo staff e ad alcuni detenuto, ha preparato un pranzo coi fiocchi.

Oltre 800 portate sono state servite. E proprio lo chef, visibilmente commosso, ha voluto ringraziare gli organizzatori per questa opportunità: «é stata un’esperienza molto forte vissuto in un periodo quello del natale, in cui aspettiamo la nascita di Gesù. Mi auguro che davvero l’amore di Dio possa nascere in ognuno di queste persone, e in ognuno di noi, perché il Signore ci ama così come siamo».

Emozionati anche la direttrice del carcere Mariastella Fedele e Marco Adamo, Coordinatore diocesano del Rinnovamento dello Spirito: “Come associazione – ha spiegato quest’ultimo – collaboriamo con Prison per questo pranzo che non è però finalizzato a se stesso, ma rientra in un più ampio programma di recupero di giustizia riparativa. Come dice Papa Francesco, che il 29 dicembre aprirà la porta santa al carcere di Rebibbia, ci deve essere sempre una speranza per tutti e ogni istituto deve avere una porta e un orizzonte”. Nel ringraziare tutti i promotori dell’evento, Adamo ha anche evidenziato la forte risposta della città all’iniziativa: sono stati ben 56 gli sponsor che hanno contribuito alla buona riuscita della giornata.Soddisfatta della buona riuscita dell’evento in tutta Italia, anche Marcella Reni, Presidente della Associazione “Prison Fellowship Italia Onlus che sul sito della Onlus ha pubblicato una lettera: «Grazie ai vostri sorrisi, al vostro servizio e al vostro amore, questo Natale ha assunto un significato più profondo di quanto spesso non abbia nelle case o nelle chiese.

I detenuti capiscono il messaggio del Vangelo con il cuore, provando un senso di sorpresa e forza. Sanno che il Bambino Gesù è nato in una mangiatoia che non era né lussuosa né pulita, ma odorava di animali e di paglia sporca. E che il Re del mondo è venuto alla luce in condizioni incomprensibili. Nella storia del primo Natale, sono i poveri, gli insignificanti e i dimenticati ad essere protagonisti per Dio. Il Vangelo è anche per le vittime, per coloro che portano ferite profonde a causa del crimine. Alla fine del pranzo, tutti i detenuti hanno espresso la loro gratitudine: per il cibo, per lo spettacolo e, soprattutto, per la gioia e la ventata di aria fresca che avete portato in quello spazio. È stato un momento che ci ricorda la nascita di un bambino, di una nuova speranza».

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