Il coraggio di una donna nel nuovo libro di Gianluca Facente che ci presenta "La Madre del Turco"

Una presentazione a Palazzo Madama, dentro le sacre stanze del Senato. Prova ancora emozione Gianluca Facente quando ci racconta l’esperienza di giovedì scorso, 28 novembre, nella sala “Caduti di Nass...

A cura di Redazione
10 dicembre 2024 08:00
Il coraggio di una donna nel nuovo libro di Gianluca Facente che ci presenta "La Madre del Turco" -
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Una presentazione a Palazzo Madama, dentro le sacre stanze del Senato. Prova ancora emozione Gianluca Facente quando ci racconta l’esperienza di giovedì scorso, 28 novembre, nella sala “Caduti di Nassyria” che lo ha visto protagonista della presentazione del nuovo libro “La Madre del Turco” scritto a “quattro mani” insieme a Sandra Giglio, evento moderato dal professor Giuseppe Sommario.

«L’idea nasce da una dubplice esigenza, la prima narrativa, avevo il desiderio di scrivere le gesta di un eroe donna, la seconda è quella di proseguire il percorso intrapreso di riscoperta e valorizzazione dei personaggi di questa nostra terra. Abbiamo unito queste due esigenze ed è uscito fuori un lavoro su cui ho delle bellissime sensazioni».

Da quanto ci è parso di capire il libro è stato acoclto molto bene dalla critica proprio per l’originalità del suo racconto.
«I primi feedback ricevuti sono molto positivi. Il racconto è incentrato sull’ultimo incontro tra Uccialì e sua mamma Pippa di Cicco. Un incontro straziante in cui Uccialì tenta di convincere la madre a convertirsi all’Islam.
Un confronto terminato con il distacco tra madre e figlio visto che Piappa di Cicco dice al figlio che resterà cristiana e che lui è libero di tornare nell’impero ottomano. La mammacon la sua religione cattolica contro il figlio convertito all’Islam dopo essere stato rapirto da bambino. Un’allegoria con cui abbiamo voluto rappresentato il confronto e lo scontro tra religioni, drammaticamente di attualità oggi. Il libro è ricco di colpi di scena che anche se concentrato sulla figura della “madre del Turco”, delinenao anche i tratti della personalità e della storia di Uccialì».

Insomma si torna a parlare di un personaggio poco noto agli stessi abitanti di questo territorio come Giovanni Dionigi Galeni, passato alla storia come Uccialì.
«La storia del comandante ottomano Uccialì, in realtà, fa semplicemente da cornice al coraggio di una madre, che poi potrebbe essere la mamma di ognuno di noi. Una donna calabrese che affronta una storia colma di difficoltà, di tragedie e di poverta, ma soprattutto segnata dalla perdita di un figlio, anzi della doppia perdita del figlio, lo perde la prima volta quando viene rapito dai turchi, lo perde la seocnda volta quando gli dice “vai io non mi convertirò mai. Non sarò mai turca, non sarò mai mussulmana, sarò per sempre cattolica”. Una storia, come già detto, ricca di colpi di scena».

Gianluca in questi giorni è molto impegnato per presentare il suo nuovo libro, anche se ancora non si conosce se e quando verrà presentato a Crotone.
«Ho incontrato l’assessore alla Cultura, Nicola Corigliano, mi ha detto che era entusiasta della nuova pubblicazione e soprattutto del fatto che venisse presentato al Senato.
Probabilmente, più in là riusciremo a presentarlo anche a Crotone. A metà dicembre saremo a Catanzaro ospiti nella rassegna “Il Carlino d’argento”, dove, forse, potremo essere protagonisti anche in un momento diverso rispetto alla presentazione. La nostra non è promozione ma solo presentazione. Sarò a Vibo nei prossimi giorni. Attendo Crotone».

Quando ritorni a Kroton?
«Io Kroton non l’abbandono mai. Bisogna capire quale personaggio necessita di una rispolverata ( ci dice con il suo solito sorriso sornione) e come dare linfa ad uno dei tanti personaggi di Kroton. Con Faillo siamo stati sulla storia di un personaggio enorme, con Hybris ci siamo divertiti, anche se è una lettura non accessibile a tutti. Voglio tornare sulla semplicità e tornerò a scrivere da solo. Ho già in cantiere un’altro libro su un altro personaggio non di Crotone ma del territorio crotonese: Lilio di Cirò, un personaggio enorme del rinascimento italiano, colui che ha plasmato il tempo, l’inventore del calendario. Mi sto dedicando a lui. Mi sono spostato ma non è detto che non ritornerò al mio primo e più grande amore: Kroton».

Gianfranco Turino

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