Crotone - Minore trovato con droga e materiali da spaccio: «Serve intervento educativo»
L'appello del Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani: «Fondamentale rafforzare la scuola come comunità educante»
Crotone - Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) ha espresso una forte preoccupazione per l'incidente verificatosi a Crotone, che ha coinvolto un sedicenne trovato in possesso di una cartuccia e, nella sua abitazione, di sostanze stupefacenti e materiali riconducibili allo spaccio. L’episodio, che ha suscitato una vasta attenzione, pone in evidenza non solo la gravità dei fatti, ma anche le fragilità e le difficoltà che segnano il percorso di vita di molti giovani. "Ciò che emerge da questo episodio è il destino umano e formativo di un ragazzo, che in una fase così delicata della crescita, appare coinvolto in dinamiche incompatibili con il diritto a un percorso educativo sereno", affermano i rappresentanti del CNDDU. Il Coordinamento sottolinea che ogni volta che un minore entra in contatto con circuiti di devianza, è l'intera comunità educante che deve interrogarsi sulle proprie capacità di prevenzione e sostegno. Secondo il CNDDU, dietro a comportamenti problematici come questo si nascondono spesso fragilità personali, familiari e sociali, come l'assenza di riferimenti affidabili, la povertà educativa, la solitudine e la mancanza di spazi sicuri in cui sviluppare competenze e progettualità. "Ogni minore che devia dal proprio cammino costituisce un segnale che richiede attenzione e responsabilità da parte delle istituzioni", aggiunge il comunicato, esortando a non limitarsi a un giudizio superficiale. In questo contesto, la scuola viene identificata come un presidio fondamentale per il rispetto dei diritti umani dei giovani. "La scuola è il luogo dove non solo si apprendono contenuti, ma si formano identità, aspirazioni e capacità critiche", affermano dal CNDDU. Le aule scolastiche, infatti, sono uno spazio dove si sperimentano dialogo, responsabilità e legalità, elementi essenziali per contrastare la marginalità e prevenire la devianza. "È fondamentale rafforzare la scuola come comunità educante, capace di ascoltare, accompagnare e prevenire", sottolinea il Coordinamento.
Il CNDDU: "La scuola come presidio di diritti e prevenzione per i giovani"
Il CNDDU ribadisce che la scuola deve essere il primo luogo dove emergono segnali di disagio, permettendo interventi tempestivi e percorsi di sostegno mirati. Investire nella scuola e nella sua capacità di fornire strumenti ai giovani significa offrire loro la possibilità di un futuro libero da condizionamenti distruttivi. "Solo con una rete stabile e strutturata che coinvolga istituti scolastici, servizi sociali, enti locali, forze dell’ordine, magistratura minorile e associazioni del territorio, è possibile sostenere i giovani più vulnerabili", afferma il CNDDU. Il comunicato si conclude con un forte appello alla responsabilità collettiva: "Ogni volta che un adolescente imbocca strade rischiose è l’intera comunità che viene chiamata in causa. Proteggere e orientare i giovani è un dovere condiviso che richiede ascolto, attenzione e strumenti adeguati", ribadisce il Coordinamento. Infatti, anche quando un minore compie scelte sbagliate, "resta una persona in divenire, che ha bisogno di essere guidata verso alternative concrete". Abbandonarlo alla marginalità, avvertono, significherebbe rinunciare alla possibilità di un cambiamento positivo. Il CNDDU rinnova il suo impegno a promuovere una cultura dei diritti civili radicata nelle scuole e nei territori, con la convinzione che la prevenzione, l'educazione e la vicinanza siano gli strumenti più efficaci per restituire ai giovani fiducia, possibilità e speranza. "La responsabilità di proteggere i ragazzi è, in definitiva, la responsabilità di proteggere il futuro della nostra società", conclude il comunicato.
15.6°