Da Milano a Petilia il ricordo di Lea Garofalo, la testimone di giustizia uccisa dalla 'ndrangheta

Sono passati quindici anni dal femminicidio, da quel giorno in cui la ‘ndrangheta l’ha uccisa. Quindici anni da quando il suo no all’omertà le è costato la vita. Il 24 novembre del 2009 Lea Garofalo,...

A cura di Redazione
24 novembre 2024 08:00
Da Milano a Petilia il ricordo di Lea Garofalo, la testimone di giustizia uccisa dalla 'ndrangheta -
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Sono passati quindici anni dal femminicidio, da quel giorno in cui la ‘ndrangheta l’ha uccisa. Quindici anni da quando il suo no all’omertà le è costato la vita. Il 24 novembre del 2009 Lea Garofalo, collaboratrice di giustizia è stata assassinata a Milano dove viveva con la figlia Denise e dove voleva ricominciare, o almeno ci provava.
Lea Garofalo è nata in Calabria, a Petilia Policastro il 24 aprile 1974, è morta il 24 novembre 2009 a Milano. Uccisa, strangolata e poi bruciata dal clan ‘ndranghetista capeggiato da Carlo Cosco, suo compagno e padre di sua figlia Denise, dall’omertà e dalla solitudine. La morte di Lea non ha sorpreso nessuno, tutti sapevano che sarebbe accaduto, tutti sapevano anni prima della sua morte che Lea era stata condannata.

La morte di Lea a distanza di anni è diventata un grido e un inno alla giustizia, ma doveva essere la sua vita a gridare, non la sua morte. La drammatica vicenda di Lea Garofalo ci impone una riflessione sull’impegno che lo Stato deve garantire a tutela di chi sceglie la legalità. Il suo sacrificio non può e non deve essere stato vano. Per questo da Milano e fino alla sua Petilia, si rinnoverà il ricordo. A Milano il 23 novembre 2024 si terrà il presidio di quartiere alle ore 21.30 in piazza Prealpi mentre il 24 ci sarà la fiaccolata con il ritrovo presso piazzale Cimitero Monumentale e il momento di memoria presso il “Giardino Lea Garofalo”. A Petilia invece momento di raccogliemento al monumento e poi alle 14;30, in occasione della partita casalinga dell’Unione Petilina Asd sarà deposto un mazzo di fiori al campo di Pagliarelle. Intanto è stata presentata la terza edizione del Premio Lea Garofalo promosso dall’Associazione Antimafie e Antiusura Dioghenes APS. La manifestazione ha come finalità la diffusione della storia di Lea Garofalo nelle scuole e nei territori italiani.

Per non dimenticare le tante storie di donne e uomini che hanno avuto la forza e il coraggio di contrastare le mafie. Con il premio nazionale dedicato a Lea si intendono valorizzare, attraverso le competenze delle scuole italiane, i temi legati alla educazione alla legalità, alla inclusione sociale e culturale. Senza dimenticare le azioni di donne e uomini che, nel silenzio generale, contribuiscono con azioni concrete ad una forma di resistenza attiva. «Lea – si legge in una nota – ha conosciuto la ‘ndrangheta da vicino: come tante donne, ha subìto la violenza brutale della mafia calabrese. Ha denunciato quello che ha visto, quello che ha sentito. Ha raccontato la ‘ndrangheta che uccide, che fa affari. Che fa schifo! A 36 anni è stata rapita a Milano per ordine del suo ex compagno, dopo un precedente tentativo di sequestro in Molise, a Campobasso. In un Paese strano, senza memoria, è fondamentale ricordare anche con un Premio, quindi ogni anno, una donna massacrata dalla schifosa ‘ndrangheta. Lea Garofalo è stata abbandonata ed isolata da tutti. Solo dopo la morte ha ottenuto rispetto e credibilità. Nel Paese “orribilmente sporco” bisogna aspettare la morte per diventare credibili.

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