Eutanasia a Crotone: la posizione dei Medici Cattolici contro il suicidio assistito
La questione del suicidio assistito e delle scelte di fine vita è tornata prepotentemente al centro del dibattito, coinvolgendo anche la città di Crotone. Mentre a livello nazionale si discute di una...

La questione del suicidio assistito e delle scelte di fine vita è tornata prepotentemente al centro del dibattito, coinvolgendo anche la città di Crotone. Mentre a livello nazionale si discute di una legge in Parlamento prevista per il 17 luglio , e dopo l’approvazione della pratica da parte della Regione Toscana l’11 febbraio 2025 – prima in Italia – anche a Crotone si è registrata una recente delibera sull’argomento. Sebbene non significativa da un punto di vista operativo, questa delibera assume un significato importante in quanto “crea i presupposti perché la pratica del suicidio assistito, venga culturalmente accettata”.
Questa situazione ha evidenziato una “contraddizione clamorosa” da parte di alcuni consiglieri di maggioranza, con a capo la consigliera Dalila Venneri, che nei giorni di Pasqua hanno firmato un documento per spingere l’introduzione dell’eutanasia e del suicidio assistito.
L’Associazione Medici Cattolici, Sezione diocesana di Crotone, ha espresso con forza la propria posizione in merito, definendosi “nettamente contrari ad ogni forma di eutanasia-suicidio assistito”. In un comunicato stampa, i Medici Cattolici ribadiscono che “il medico è per la vita e il fine della medicina è curare sempre anche quando non si può guarire”.
Il comunicato evidenzia come il processo di cura o di sospensione della cura debba sempre chiamare in causa il ruolo del medico. Essi sono “fermamente convinti che l’eutanasia e il suicidio assistito non sono conciliabili con la funzione, la prassi, la tradizione del medico e con le finalità, gli scopi e gli obiettivi della medicina, giacché l’aspetto curativo dell’arte medica non può trasformarsi in un gesto che porta alla morte”.
I Medici Cattolici riconoscono la complessità di una società pluralista dove non si può pretendere di far coincidere la sfera etica con quella giuridica. Tuttavia, sottolineano che “depenalizzare un’azione ingiusta non equivale a renderla come giusta e, soprattutto, in ogni caso non possiamo chiamare bene ciò che è male sul piano morale”.
La loro posizione si fonda sui principi fondamentali della tutela della vita umana, richiamati dal Giuramento di Ippocrate, dalla Dichiarazione di Ginevra dell’Associazione Medica Mondiale e dal Codice di Deontologia Medica della FNOMCEO. In particolare, viene citato l’Art. 17 del Codice, che afferma: “Il medico, anche su richiesta del paziente, non deve effettuare né favorire atti finalizzati a provocarne la morte“. L’Art. 22, inoltre, indica che “Il medico è tenuto a promuovere l’appropriatezza e la proporzionalità delle cure, garantendo il massimo rispetto della dignità della persona“.
Per i Medici Cattolici, “il suicidio assistito rappresenta una deriva etica che mina il rapporto medico-paziente, trasformando il medico da custode della vita a esecutore della morte”. Ribadiscono che “la sofferenza non può essere affrontata eliminando il paziente, ma deve essere alleviata mediante cure adeguate, assistenza psicologica e sostegno umano”.
L’Associazione sottolinea anche l’attuale “mancanza di strutture assistenziali e formative che rafforzino il ruolo dell’eubiosia e dell’accompagnamento assistenziale”. I Medici Cattolici di Crotone desiderano offrire il loro contributo al dibattito “per accompagnare i fragili ‘con-passione terapeutica’ garantendo alta qualità, proporzionalità delle cure, certificazione di servizi”. Sottolineano inoltre l’importanza di garantire “sostegno, non solo sanitario, ma anche familiare e amicale”.
Il comunicato, firmato dal Consiglio Direttivo Medici Cattolici Italiani, Sezione Diocesana di Crotone , si chiude con la ferma convinzione che “Nessuno è proprietario della vita, ma tutti servitori della vita”.