"La riorganizzazione della rete ospedaliera penalizza Crotone": a dirlo è il Pd provinciale
Crotone – Per il Pd di Crotone è una bocciatura completa: la riorganizzazione della rete ospedaliera e della rete territoriale penalizzerebbe l’ospedale di Crotone. A dirlo, questa mattina in un’appos...

Crotone – Per il Pd di Crotone è una bocciatura completa: la riorganizzazione della rete ospedaliera e della rete territoriale penalizzerebbe l’ospedale di Crotone. A dirlo, questa mattina in un’apposita conferenza stampa, è il segretario provinciale del partito, Leo Barberio, insieme a Gaspare Cavaliere, vice segretario della federazione crotonese e responsabile sanità.
“Ci siamo resi conto che nella riorganizzazione della rete ospedaliera redatta dal Commissario della sanità calabrese Occhiuto c’è qualcosa che non va – ha detto Barberio – Chiediamo dunque ai sindaci della provincia di Crotone di non farsi passare sulla testa l’atto aziendale”.
La nuova rete prevede tre hub-Dea di secondo livello, otto spoke-Dea di primo livello, cinque ospedali generalisti con pronto soccorso, cinque ospedali di zona disagiata e due stabilimenti di azienda di riferimento. Hub-Dea di secondo livello sono la Dulbecco di Catanzaro, Annunziata di Cosenza e Gom di Reggio Calabria. Gli spoke-Dea primo livello sono Castrovillari, Rossano Corigliano, Cetraro Paola, Crotone, Lamezia Terme, Vibo Valentia, Polistena, Locri. Ospedali generalisti con pronto soccorso sono Praia a Mare, Soverato, Tropea, Gioia Tauro, Melito Porto Salvo. Ospedale di zona disagiata Pszd sono Trebisacce, Cariati, San Giovanni in Fiore, Soveria Mannelli, Serra San Bruno. Stabilimenti di azienda di riferimento sono Paola e Corigliano.
“I 48 posti per il day Hospital di Crotone non sono nuovi ma erano già assegnati nel periodo Covid – incalza il segretario provinciale – dunque abbiamo numeri minori rispetto alle altre provincie calabresi. Sono stati messi in unico calderone pubblico e privato, acuti e post acuti. Non è del tutto nuovo ciò che ha proposto il governatore Occhiuto”.
Un nuovo atto aziendale, dunque, dovrebbe coinvolgere la politica locale insieme alle istituzioni, coinvolgendo dunque e i sindaci per migliorare l’atto stesso: “Prendere ciò che di buono c’è e portare miglioramenti”, ha concluso.